sabato 12 gennaio 2008

Quando la spazzatura prende il largo...


E’ giusto o no che l’ondata dei rifiuti si disperda in tutta Italia? Concetti relativi quelli del giusto e l’ingiusto e per ciò si preferisce parlare in termini di “legale”. Legale in base a quel principio di solidarietà con il quale sono state pensate le regioni e tutto l’apparato statale. Ma dico questa solidarietà, tanto sbandierata in questi giorni, non è forse un modo per compensare la debolezza istituzionale nel napoletano -se non una connivenza con certe “realtà”- ? Richiamarsi ad essa non equivale forse ad una sconfitta da parte dello Stato stesso?
Non si potrebbe nemmeno dire che questo problema non si fosse presentato in passato; e’ da circa 14 anni che se ne parla, anche se non mancano testimonianze che affondano in un passato ben più remoto. Eppure nulla si è fatto, si è lasciato che la bomba alla diossina scoppiasse. Si sapeva che la Campania non possedeva impianti adatti – e comunque troppo pochi - allo smaltimento dei rifiuti, ma nessuno è corso ai ripari. O meglio quando si è cercato di risolvere certi problemi la popolazione campana si opposta con un netto rifiuto per sino alla costruzione dei termovalorizzatori, perché? Perché inquinavano. Tutto a favore di chi su queste cose non solo ci campa, ma si arricchisce (vedi camorra). Non essendovi la disponibilità di impianti, ecco il fiorire delle discariche abusive, zone franche dove le norme per la tutela ambientale non esistono … gli agricoltori sanno bene cosa questo significhi e si potrebbe ben parlare di disastro ambientale.
Oggi? Oggi le navi prendono il largo cariche di rifiuti per la sclerosi infrastrutturale campana. Comprensibile l’indignazione di molti sardi (me compreso) di fronte all’affluire di tonnellate di spazzatura. Inevitabile l’idea di essere trattati come discarica. Oltre ad una buona fetta di orgoglio isolano c’è la logica giustificazione che i problemi andrebbero risolti alla base e non aspettare che raggiungano il livello di emergenza per evitare di andare contro le organizzazioni camorristiche e contro un potenziale bacino elettorale. Situazione non facile, aggravata da numerose incognite, dove malavita si lega a disoccupazione, imprese, malessere sociale … Al quale non rimane ovviamente estranea la politica, incapace oltretutto di dichiararsi sconfitta (o meglio incapace) e nascondere il deficit di forza e capacità dietro a disposizioni costituzionali.






Marco C.

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