domenica 6 gennaio 2008

LA STRAGE DI ACCA LARENTIA: UNO DEI VOLTI PIU’ MACABRI E MISTERIOSI DELL’ITALIA.

Il 7 gennaio del 1978 è entrato nella memoria come uno dei giorni più tristi nella storia della destra giovanile italiana e di tutta Europa. Un giorno destinato a cambiare in modo drammatico la vita di molte persone e di molte famiglie.

Quel pomeriggio nella sezione del Fronte della Gioventù in via Acca Larentia, nel quartiere Appio di Roma, i ragazzi stavano tenendo una riunione all’interno della sede. Nessuno poteva immaginare che terribile destino avrebbe travolto in pochi attimi quei giovani militanti. Infatti quella sezione era stata segnata come prossimo bersaglio da un commando della sinistra extraparlamentare, il cui odio quel giorno aveva deciso di scatenarsi contro un gruppo di ragazzi molti dei quali minorenni. Improvvisamente una macchina con a bordo almeno tre persone si è appostata davanti all’ingresso della sezione ed è partita una raffica di proiettili diretti contro la saracinesca semichiusa del locale. Per pochi minuti regnano il panico e la paura. D’improvviso però subentra la tragedia. Franco Bigonzetti viene colpito mortalmente e cade a terra. Francesco Ciavatta cerca di scappare all’esterno ma viene freddato alle spalle mentre correva disperatamente cercando di mettersi in salvo e si accascia esanime in un lago di sangue. Dopo aver ultimato la strage gli assassini si allontanano. Ma purtroppo il destino aveva deciso che altro sangue sarebbe stato versato quel giorno.

La notizia si sparse velocemente in tutti gli ambienti della destra militante e presto moltissimi ragazzi accorsero sul luogo del delitto per vedere cosa era successo. Naturalmente anche giornalisti e forze dell’ordine arrivarono in gran numero.
In pochi istanti la rabbia, l’odio, il senso di vendetta, l’orgoglio e la tensione si unirono e si scatenarono in un vortice di violenza. Scoppiarono dei tafferugli che le forze dell’ordine con difficoltà cercarono di placare. Bastò poco a provocare la rissa, che presto si trasformo in guerriglia. Si dice fosse stata una battuta sbagliata da parte di un giornalista o un mozzicone di sigaretta lasciato cadere in modo irrispettoso in una pozzanghera di sangue. Poco importa. In quel momento l’atmosfera era troppo surreale e tragica per ispirare un comportamento responsabile.
Durante gli scontri furono bruciate macchine sul marciapiede, furono erette barricate, furono sparati i lacrimogeni e purtroppo ad un certo punto partì anche un colpo di pistola. L’ennesimo in quegli anni. Sparato ad altezza d’uomo. Ma questa volta a sparare era stato un carabiniere con la pistola d’ordinanza. Il proiettile andò a colpire alla testa Stefano Recchioni un ragazzo minorenne che militava nel Fronte della Gioventù e che era giunto lì per condividere il dolore dei suoi Camerati. Cadde a terra tra le braccia dei suoi amici e altre lacrime si aggiunsero a quelle versate per gli altri due caduti.

Questo è quanto accaduto a via Acca Larentia il 7 Gennaio 1978. Molte cose sarebbero accadute dopo quel giorno. Molti ragazzi uscirono particolarmente scossi da quell’esperienza e ritennero più giusto continuare la loro lotta da altri fronti. Cominciarono a nascere così le prime organizzazioni terroristiche di destra, e altre formazioni che aderirono ai principi della lotta armata per difendere la causa. Lo stato Italiano si apprestava ad entrare in un periodo molto difficile e complicato, da cui sarebbe uscito molti anni dopo con molte perdite sui vari fronti.

Nessun commento: