mercoledì 22 dicembre 2010

Università: Azione Universitaria: Senza sfasciare vetrine, alla Sapienza più potere decisionale e trasparenza per gli studenti

Università: Azione Universitaria: Senza sfasciare vetrine, alla Sapienza più potere decisionale e trasparenza per gli studenti

Da oggi all'Università La Sapienza di Roma anche gli osservatori studenteschi (come i nuclei di valutazione d'Ateneo) incideranno nella distribuzione dei fondi ai singoli dipartimento, e le valutazioni dei docenti saranno pubbliche. Le proposte, approvata oggi dal Cda della Sapienza, sono una iniziativa del rappresentante degli studenti Giuseppe Romano, di Azione Universitaria.

“Per la prima volta gli studenti – hanno dichiarato il rappresentante in Cda e Liano Magro, dell'esecutivo nazionale di Azione Universitaria – hanno la possibilità di incidere nella ripartizione dei fondi, segnalando carenze strutturali o mancanze del corpo docente. Inoltre, la pubblicazione dei risultati dei test di valutazione dei docenti che di norma gli studenti danno a fine corso, rappresenta un ulteriore passo in avanti in direzione di una università finalmente meritocratica, che veda al centro dei suoi interessi gli studenti”.

venerdì 17 dicembre 2010

Scontri Roma. Giovani Pdl: “Il vandalismo e la violenza non meritano indulgenza”.


Scontri Roma. Giovani Pdl: “Il vandalismo e la violenza non meritano indulgenza”.

Il vandalismo e la violenza non meritano indulgenza”. Questo il testo di alcuni striscioni esposti nella notte nei pressi del Tribunale di Roma, e firmati dal coordinamento "Arcadia" della Giovane Italia, in seguito alla decisione dei giudici di quelle seziondi scarcerare ventidue dei manifestanti protagonisti degli scontri che hanno sconvolto il centro di Roma lo scorso 14 dicembre. “La decisione di rimettere subito in libertà alcuni dei protagonisti degli atti di vandalismo e violenza che si sono verificati martedi 14 dicembre è per noi incomprensibile” dichiarano i dirigenti del coordinamento Arcadia Andrea Colasanti e Michele Mannarella, che precisano "Nessuna presa di posizione contro la magistratura, solo una incondizionata e ferma critica verso una pronuncia che ci lascia perplessi e rammaricati".

"Questa decisione - concludono Colasanti e Mannarella - aggrava il clima insopportabile di indulgenza verso questi "bulli da ultimo banco", studenti dei collettivi e dei centri sociali che neanche questa volta sono riusciti a spendere una parola di condanne per le violenze di piazza, e che continuano ad arrogarsi il diritto di parlare a nome del corpo studentesco, che non hanno mai rappresentato e non rappresentano".

mercoledì 8 dicembre 2010

Ammainate le bandiere


Nel calcio in cui in testa alle classifiche non ci sono clubs o nazionali ma pay tv e parabole, in cui il risultato non si misura con le reti segnate ma con i milioni incassati, in uno sport dove la moviola assume la stessa forza di un sorriso per un gol, lo sciopero dei calciatori è l’ultimo grido di sopravvivenza di un gioco che pian piano ha perso i suoi contenuti ricreativi a favore di una logica aziendalista, che prescinde dal tifo così come dall’interesse dei suoi super celebrati e arcipagati dipendenti.

Quando si chiede ai calciatori di sottoscrivere un nuovo contratto collettivo che prevede, tra l’altro, la possibilità di un trasferimento ad un club dello stesso livello a parità di salario, qualora il club di appartenenza si accordi con l’altra società, a pena di una rescissione unilaterale del contratto e del pagamento di una multa che ammonta al 50% dello stipendio a carico del dipendente nababbo, sostanzialmente si informa la gentile clientela di appassionati che il calcio ha abdicato definitivamente ai suoi contorni ludici, a favore dell’interesse dei presidenti.

Persone fisiche, elette nel ruolo di guida di società che portano al fianco di un nome una storia sensibile, bagaglio di emozioni, ricordi, affetti personali. Il dipendente, di per sé un privilegiato, non tanto per il denaro che arriva a fine mese, quanto per la opportunità di ricevere un grasso salario a fronte della possibilità di infiammare i cuori e regalare emozioni, diventa una casella professionalmente stragapata e iperspecializzata.

In tutta questa strana storia, i veri sconfitti sono i tifosi, ai quali si chiede, ormai in maniera non tanto velata da più di qualche anno, di disaffezionarsi al giocatore simbolo e di sostenere senza se e senza ma gli interessi (economici) della squadra, gestititi in prima persona da presidenti sensibili alla storia, come si diceva, ma anche al portafoglio.

Pensiamo al caso Pandev-Lazio e Di Natale-Juventus. Il primo a seguito del mancato prolungamento del contratto alle condizioni esposte dal Presidente Lotito è stato fermo per mesi, prima di essere liberato dalla decisione del Collegio Arbitrale e poi approdare a costo zero all’Inter. Discorso diverso invece per Di Natale, sostanzialmente venduto dalla dirigenza dell’Udinese in estate alla Juventus, con il procuratore in viaggio per Torino, e lui che invece alla presentazione della squadra in ritiro decide di consolidare il suo legame con il Friuli e l’Udinese. Per Pandev non sarebbe stato difficile immaginare una trattativa gestita direttamente da Lotito con altre squadre al fine di non perdere il giocatore senza ricavarci nulla, Di Natale si sarebbe trovato nella scomoda posizione di dover accettare un contratto di lusso che però lo portava in una situazione lavorativa che evidentemente non lo aggradava e tradire i sogni e l’affetto che la sua gente non ha mai fatto a meno di esprimergli.

In questo calcio delle pay tv e della tessera del tifoso, qualcuno non ha ancora capito che giocatori e sostenitori sono dalla stessa parte, non vittime ma attori di un sistema governato da pochi. Cosa si direbbe se i calciatori decidessero di scioperare per opporsi alle partite delle 12.30? E d’altro canto lo sciopero non è stata la forma di contestazione più utilizzata contro la tessera voluta dal Ministro Maroni? I presidenti in questo domino stanno reclamando un’autorità senza controllo, che modificherebbe da qui a breve sostanzialmente il calcio italiano.Soprattutto in questa guerra tra ricchi, mettersi dalla parte dei presidenti, significherebbe sostenere che i diritti valgono in base al reddito che ognuno porta a casa a fine anno. Ossia la tesi per cui un datore di lavoro, peraltro più ricco di loro, possa superare un quadro sancito da contratti sottoscritti, solo perché i suoi dipendenti sono persone milionarie, e quindi spostarle in base alla convenienza del caso.

mercoledì 1 dicembre 2010

UNIVERSITA': AZIONE UNIVERSITARIA, NON FACCIAMO DERAGLIARE LA RIFORMA

(ASCA) - Roma, 30 nov - ''L'Universita' italiana non puo' piu' aspettare. Perdere quest'occasione significherebbe cristallizzare lo status quo cedendo alle pretese di quei potentati accademici, sensibili piu' alla perpetuazione dei propri privilegi che alla sostenibilita' del sistema universitario. Anni di sprechi, inefficienza e l'assenza di sistemi meritocratici atti a selezionare la classe docente hanno sclerotizzato gli istituti accademici, facendo scivolare l'universita' italiana nelle piu' anonime posizioni delle graduatorie internazionali''. E' quanto dichiarano in una nota congiunta Vitaliano Magro, dirigente esecutivo nazionale di Azione Universitaria, e Matteo Petrella, presidente di Azione Universitaria Roma.

''Particolarmente negli ultimi anni, ci siamo trovati davanti ad uno sviluppo incontrollato di nuovi atenei e facolta' che, oltre a prestare il fianco ai giochi di potere dei Baronati, hanno illuso migliaia di studenti con promesse fittizie e titoli inutili incapaci di trovare collazione nel tessuto sociale - prosegue il comunicato -. E' impensabile che un'universita', che per prima dovrebbe essere interprete del proprio tempo, possa vivere di antichi retaggi culturali che vedono la competitivita' e la valorizzazione delle eccellenze come dei nemici del principi di uguaglianza. Non ci limitiamo a dir di no, ma a proporre e scegliere. La riforma diviene quindi la soluzione non solo possibile, ma anche auspicabile. Per questo non le neghiamo il nostro sostegno, sebbene essa stessa potra' essere arricchita in futuro in alcune delle sue parti''.