martedì 15 giugno 2010

La gente del quartiere lo sa


Siamo a ridosso del 16 giugno. Come ogni anno, da 31 anni, le destre si riuniscono a piazza Vescovio per onorare il ricordo di Francesco Cecchin.
Francesco era un ragazzo, giovanissimo militante del Fronte della Gioventù, di soli 18 anni. Era fuori con sua sorella per andare a prendere un gelato, quando venne riconosciuto da un gruppetto di persone, le stesse persone, appartenenti alla sezione del PCI di via Montebuono, con le quali aveva avuto un acceso diverbio poco tempo prima a causa di manifesti, e per i quali era stato esplicitamente minacciato dal segretario della sezione.
Il gruppetto lo aveva riconosciuto, ed aveva cominciato ad inseguirlo, mentre la sorella,spaventata, chiamava la polizia. Francesco si rifugiò in un condominio, e venne riempito di botte dai suoi assalitori, che lo gettarono dal parapetto del cortile, con ancora le chiavi strette in mano che aveva usato per difendersi dagli aggressori.
Dopo 19 giorni di coma, il 16 giugno, Francesco spira via.
L'ennesima giovane vita spazzata via. In superficie dall'odio politico, ma in realtà dal disprezzo per la vita umana, che arrivava a mettere in pratica l'agghiacciante slogan in voga all'epoca di "uccidere un fascista non è reato", fregandosene del fatto che dietro una qualunque sigla vi sia una vita.

Tralasciando gli sviluppi giudiziari del caso (che come al solito rientrava in uno dei copioni dell'epoca, secondo cui Francesco era caduto accidentalmente, benchè la sua posizione innaturale scongiurasse questa ipotesi), stasera riprenderà il rituale in memoria di Francesco Cecchin.
Dopo l'inquadramento partirà la veglia fino a che domani, un quadrato umano si stringerà per gridare a squarciagola che Francesco è ancora con noi, presente insieme a noi, nella nostra lotta quotidiana, nel nostro modo di essere. Aldilà di sigle di partito. Che non sono indice di chi può onorarlo e chi non può.
Perchè Francesco rappresenta ciò che siamo noi oggi. Perchè Francesco ci ha permesso, con il suo sacrificio, di essere qui oggi e di poter lottare.

Francesco era primavera...FRANCESCO ERA LIBERTA'!!!

PRESENTE!