Ieri Andrès è arrivato a Pisa alle 16.45. Ha 23 anni, destinazione Firenze, programma Erasmus appena sottoscritto. Sogni e aspettative a riscaldare il cuore, con la speranza di perfezionarsi nella città che ha imparato ad amare dai libri di storia dell’arte. Madrid rimarrà distante qualche ora per i prossimi sei mesi, Andrès ha scelto di vivere nella culla del Rinascimento italiano, prima di fregiarsi del titolo di architetto. E magari esercitare la sua professione in Italia.

Un architetto di Paesi che non hanno l'abilitazione professionale, come la Spagna, possono esercitare in Italia solo con la laurea, mentre un italiano deve avere superato l'esame di Stato.

Ad accoglierlo alla stazione di Pisa Centrale un manipolo di facinorosi, megafono alla mano, cartelli in bella vista, cani scorrazzanti, si mobilita per bloccare i treni. Urla, schiamazzi, cori da stadio, impediscono ad Andrès di procedere con l’acquisto del biglietto Pisa-Firenze. Il suo italiano paellato impedisce una comunicazione efficace con l’impiegato alla biglietteria. Si parte più tardi, quando le stelle saranno alte, e l’Inter e il Barcellona metteranno da parte la ribellione dei baroni.

Per James invece questa mattina appuntamento alle ore 11.30 a Valle Giulia. Solito percorso: bus 117 a San Giovanni con largo anticipo, alle 10.30, fino a piazza del Popolo. Tempo di percorrenza previsto: 15 minuti; tempo di percorrenza reale: 1h 15 minuti. L’Italia bloccata e boicottata imprigiona il Colosseo, e anche uno studente di Giurisprudenza, di origini inglesi ma da anni residente in Italia, si scontra non solo con la burocrazia delle università, ma con un Paese che si ferma in ragione di istanze politiche di parte, con le ragioni dei no sempre e comunque in virtù di un colore diverso dal proprio.

Didier ha invece vinto una borsa di studio all’Accademia di Francia di Villa Medici. Sul suo curriculum ci sono virgolettati prestigiosi, si enumerano titoli ambiti e si legge di una laurea umanistica col massimo dei voti, anzitempo rispetto all’iter previsto per la Sorbona di Parigi. Un professore di lingua e letteratura francese sulla lettera di referenza dice: “Non si deve giudicare il merito di un uomo dalle sue grandi qualità, ma dall'uso che sa farne”. E’ in Italia dallo scorso settembre, il governo francese gli ha chiesto di mettere il suo talento a disposizione della rinascita del cinema francese. Scriverà storie, narrerà di eroi moderni attanagliati dalla morsa della precarietà e dall’abbraccio infernale di facebook. Da questi scritti forse ne nasceranno dei film, sicuramente ne seguirà un esempio di fiducia nelle potenzialità rivoluzionarie dei giovani. Didier questa mattina era su via dei Fori Imperiali assorto, aspettando che la sua sensibilità si indignasse rispetto allo scempio che si stava compiendo ai danni del Colosseo. Che si indignasse di fronte alla prevaricazione dell’interesse di pochi ai danni della maggioranza, che urlasse il proprio disappunto rispetto alla protervia di una protesta arrogante nei modi quanto nel rispetto della sovranità popolare. E allora scriverà: “Un talento mediocre con una costituzione morale un po' fiacca, è il suolo che produce i più brillanti esemplari di scrittori di saggi premiati, e di epigrammi greci. Non bisognerebbe dimenticare che il più ambiguo figuro tra i nostri uomini politici moderni fu lo studente che più ebbe successo a Eton”.