domenica 14 febbraio 2010

Prove tecniche di Banlieue


“..ecco che va in malora il vostro mondo degli uguali”. Così il Katanga cantava nel suo “J’accuse” di 7 minuti titolato “Come mai”. E non gli si può dare torto, a giudicare da quello che è successo ieri a Milano. Dove un ragazzo egiziano, di soli 19 anni, è stato ucciso, con una coltellata al torace, da un gruppo di sud-americani per futili motivi. In via Padova, a Milano. Nell’arteria più multietnica della città.

Nella sera la reazione feroce dei connazionali del ragazzo ucciso. Attimi di pura follia. Negozi assaltati, macchine capovolte, vetrine distrutte, aggressioni a passanti. Una vera e propria caccia all’uomo nei confronti dei sud-americani. E successivamente, al grido di “italiani di merda vi ammazzeremo tutti”, si sono radunati in un corteo spontaneo in direzione del consolato egiziano.

Dopo la prima,naturale, reazione di sdegno, viene da chiedersi : “e ora che c’entrano gli italiani?”. In effetti, tra due gang rivali, di etnie diverse, di italiano non c’è nulla. Se non il suolo che ha ospitato (e che sicuramente continuerà a farlo) la contesa.
Eppure gli italiani qualche colpa dovranno pure avercela. Sia lo Stato, che la stessa popolazione.

E’ un periodo in cui il termine “integrazione” rientra di diritto nel linguaggio quotidiano di ognuno. In maniera positiva o negativa che sia. Fanno quasi tenerezza e compassione gli immigrati che nelle interviste dicono che gli italiani sono un popolo razzista, che non vuole affatto l’integrazione. Dopo i fatti di Rosarno in particolare. Perché la dimostrazione tecnica di una non volontà reale di integrazione, anche solo da parte di una minoranza (casualmente,quella che,compiendo sistematicamente reato, va a macchiare l'operato degli immigrati onesti) , è sotto gli occhi di tutti. E non solo per queste occasioni.

Prendiamo il caso dell’Esquilino a Roma. Una zona architettonicamente bellissima. Uno dei rioni storici di Roma, si è tramutato in una “Chinatown” da una parte, e in un quartiere “islamico” dall’altro. Senza più posto per gli italiani. Si sono venuti a creare dei veri e propri “ghetti”. Zone in cui i neo-arrivati arrivano, trovano appoggio e un lavoro presso i propri connazionali (il più delle volte trattati come schiavi), senza il bisogno di imparare la lingua italiana. Di fatto, auto-ghettizzandosi, alimentando uno "stato-nello-stato". E creando, di fatto, zone border-line per le stesse leggi nazionali.

Il caso di ieri in Via Padova a Milano ne è l’esempio. Un’etnia contro un’altra. Senza nemmeno l’ipotesi di un coinvolgimento della giustizia Italiana. E’ palese che il progetto di integrazione è fallito miseramente. Proprio a causa della formazione di quartieri-ghetto.

Lo Stato (prescindendo da chi si sia susseguito negli ultimi 30 anni di governo) sicuramente ha una grande fetta di colpa, perché in tanti anni in cui sono cominciati i flussi migratori verso la nostra terra, non è stato in grado di evitare che si venissero a creare delle “zone ghetto”, delle vere e proprie “banlieue”. Idem dicasi per la popolazione italiana, che ha svenduto i propri immobili a gente di etnia diversa, per il miraggio del “soldo facile e immediato”. Mista alla reale non volontà di integrazione di alcune frange di immigrati (le più violente, ovviamente) hanno creato una polveriera che, inevitabilmente, a volte esplode.

E viene da chiedersi anche un’altra cosa. Ma se, nonostante in Lombardia la Lega abbia preso ben il 25% del consenso elettorale - e dunque si presuppone che una forte influenza possano avercela sia nella gente, sia nelle istituzioni locali - com'è possibile che si sia arrivati a questo punto? Perché invocano il pugno di ferro (in questo caso i rastrellamenti casa per casa) per espellere gli irregolari solo dopo che c'è scappato il morto? Non viene il dubbio che il loro sia solo mero populismo elettorale?

Con queste premesse, con questi episodi, siamo veramente sicuri che questo multiculturalismo giovi realmente allo stato e alla popolazione italiana?
E se si fossero sbagliati sin dall'inizio?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ai posteri l'ardua sentenza!

Unknown ha detto...

Ciao a tutti sono Stefano! Vivo a Monza e milito nella Giovane Italia anche a Milano. Dopo aver appreso ciò che è successo in via Padova abbiamo deciso di fare una fiaccolata a difesa dei commercianti italiani che lavorano in quelle zone. Io ed altri ragazzi abbiamo deciso di fare un volantinaggio lunedì pomeriggio per "sponsorizzare" la fiaccolata che si sarebbe svolta la sera. Nessun immigrato ha detto niente dei volantini e nessuno ha strappato quelli che avevamo attaccato...nessuno a parte i compagni! Ebbene si sembra che ai paladini della giustizia e della libertà non vada a genio la nostra manifestazione. Questa cosa mi ha fatto pensare molto! Forse non è del tutto colpa degli immigrati,forse è colpa di chi dice di proteggerli se accadono queste cose! Anche perchè questi quartieri ghetto sono stati voluti da loro! E sono la cosa peggiore! Ma torniamo alla manifestazione... Durante il corteo sta volta anche gli immigrati ci insultano e 5 compagni cercano di fare una contro-manifestazione senza grossi risultati. Gente dalle finestre ci grida italiani di merda, fascisti di merda ecc ecc! Eppure in manifestazione c'erano anche immigrati regolari che sanno che se rispettano le leggi sono ben accetti nel nostro Paese.
Per quanto riguarda la Lega Nord...beh che dire il nostro compito, anche lì a Roma, è cercare di far capire alla gente che le idee della Lega sono solo utopia e che in realtà la loro è una lotta per la poltrona non per l'immigrazione! E qua al nord questa situazione la viviamo ogni giorno con leghisti che si definiscono camerati ma che in realtà sono solo ignoranti e razzisti! Dobbiamo riuscire ad usare dei volantini e degli slogan che "colpiscano" la popolazione e che nello stesso tempo diano risposte non utopiche come quelle della lega.