martedì 29 dicembre 2009

Brindiamo al 2009 con il bicchiere mezzo pieno

di Antonio Rapisarda (tratto da FFwebmagazine)


Si dice, tra i pessimisti, che in fondo rimanga sempre mezzo vuoto. Però, agli sgoccioli di questo anno che si conclude, lasciateci brindare con il bicchiere mezzo pieno. Perché, certo, il 2009 è stato un anno di grosse difficoltà per il paese: dalla grande crisi economica, al terremoto in Abruzzo, agli scandali e alle tensioni parossistiche che questi hanno scatenato. È stato l’anno nel quale un premier addirittura è stato ferito durante una manifestazione. E c’è stato pure chi ha esultato al gesto. È stato l’anno dei conflitti istituzionali, delle parole grosse, degli appelli “democratici” in heavy rotation. Da tutto ciò si potrebbe affermare che il 2009 per l’Italia sia stato un annohorribilis: per lo meno per la politica e i suoi protagonisti.

E invece non è proprio tutto da buttare. Perché sempre il 2009 è stato anche l’anno della nascita del partito unico del centrodestra, del congresso del Partito democratico, delle grandi manifestazioni democratiche (alcune un po’ populiste, ma fa parte della casistica). Insomma, la stagione è stata complessa. Il sistema politico per primo è stato messo sotto pressione da fattori a volte estranei ai fatti della politica: a volte con responsabilità proprie a volte con invasioni di “campo”. Però, nonostante questo, oggi il paese ha davanti a se due grandi partiti di massa che rappresentano al loro interno posizioni articolate e plurali. Due partiti che non hanno solo semplificato il quadro politico, ma che al loro interno (con tutte le difficoltà delle grandi opere) hanno iniziato un cammino di sintesi fra le culture che li compongono con l’obiettivo di stabilizzare una transizione che non può essere infinita. E che i tempi non si ripetano sempre uguali lo dimostra il fatto che su alcuni fondamentali i due partiti si ritrovano: come ha ricordato ieri il presidente della Camera Fini in Libano sull’argomento delle missioni militari all’estero. Adesso nessuno chiama i nostri soldati “mercenari”, un passo avanti. Il bello (e forse difficile) adesso sarà far comprendere all’interno di questi stessi partiti che ciò è un segnale di ricchezza. E non materiale appetibile per dietrologia e retroscenismo. Ma, come abbiamo detto, preferiamo guardare il bicchiere mezzo pieno.

Quella di quest’anno è stata una stagione dove la politica è finita ovunque. Pure dove forse era meglio che non ci stesse. Come nel caso delicatissimo di Eluana Englaro che per settimane ha visto il Parlamento trasformato in una bolgia dove i confini del buonsenso sono stati superati un po’ da tutti. La politica è finita poi a giudicare comportamenti etici (degli altri) per poivergognarsi un po’ dei propri. Questo è stato anche l’anno dei “falchi”, delle parole fuori luogo, degli anatemi fuori tempo (siamo o no in una società fieramente postideologica?). È stato l’anno delle campagne di informazione scandalistiche, dei fantomatici “dossier”. Per fortuna però che questo è stato anche l’anno delle “colombe”, dei buoni intendimenti, della volontà di una politica declinata verso la normalizzazione del confronto. E qualcuno, nel mondo dell’informazione, ha cercato di fare lo stesso. Per questo preferiamo vederlo mezzo pieno questo bicchiere.

Questo 2009 è stato un anno davvero complicato. Tutto, a un certo punto, sembrava dover essere messo in discussione un po’ da tutti: le istituzioni, il voto popolare, il governo, la magistratura. Avrà avuto più audience la dichiarazione di un pentito di mafia che il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica (ovviamente speriamo di no!). Alla fine, fuor da ogni di inciucio, lasciateci brindare con il bicchiere mezzo pieno. Perché, proprio alla fine dell’anno, qualcosa si è mosso. E non solo perché dopo l’aggressione al premier Berlusconi il fronte dei volenterosi del dialogo si è allargato anche alla fetta maggioritaria del Pd. Ciò che si spera adesso è che si sia toccato l’apice dello scontro e, resisi tutti conto di quali danni possono essere arrecati, il passo indietro sia in realtà un passo avanti verso una stagione costituente. Non è per essere inguaribili ottimisti - perché di cose da fare ne restano tante: dalle risposte strutturali al periodo post-crisi, alle riforme istituzionali fino a quella del “merito” – ma perché nel paese reale la misura è colma. E la politica, forse, inizia a rendersene conto.

Un ultimo appunto sul Pdl. È vero è stato l’anno della sua fondazione e della nascita del primo partito italiano. È vero anche però che alcuni meccanismi sono ancora lenti, che la dialettica troppo spesso viene liquidata come frondismo e che la democrazia interna debba essere guardata di più come un fattore costruttivo che come un impiccio da condominio. Ma è un fatto che (mentre nell’opposizione ci si interroga ancora su quanto sia “di sinistra” l’uno o l’altro, o su quanto “anti” sia quello o l’altro) la vivacità con la quale la destra italiana si confronta su tutto – dalla laicità alle ragioni della fede nel fatto pubblico, dalla sicurezza all’integrazione per gli immigrati, dalla giustizia alla moralità in politica - avvicini un po’ il paese tutto a quella dimensione europea di Sarkozy, Cameron, Merkel. Quelli di “destra”, per intenderci. Lo ha ricordato, ai politici e ai colleghi, oggi una firma che non le manda a dire come Filippo Facci su Libero spiegando come sia anche grazie al contributo di certe “minoranze” che il centrodestra italiano è innovativo su certe tematiche. Assieme a lui, e con tutti voi, chiudiamo l’anno brindando con il bicchiere mezzo pieno. E speriamo, in fondo, che il calice dell’anno prossimo sia un po’ più generoso.

martedì 20 ottobre 2009

No alla Ru486

Ieri, 19 ottobre, Giovane Italia, Azione Universitaria e Azione Studentesca hanno effettuato presidi in piazze, atenei e nelle scuole capitoline, raccogliendo firme per richiedere il blocco della
commercializzazione della pillola e facendo compilare un questionario per verificare quanti giovani conoscano i gravi danni che questa pillola comporta. Effettuando, di fatto, una grande mobilitazione informativa contro l'ennesimo grave attacco alla tutela del nascituro e della maternità.

Ecco quanto riportato nel volantino distribuito ieri in storici licei romani come il Convitto Nazionale, il Giulio Cesare, l'Azzarita, il Cannizzaro, l'Alberti, nelle università della Sapienza, di Roma Tre e Tor Vergata, nelle piazze da San Giovanni al quartiere Trieste, dalla Balduina a Centocelle:

"NO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA Ru486. SI ALLA VITA

Quest'estate l'agenzia italiana del farmaco ha vagliato l'ipotesi se consentire o meno in Italia l’uso della pillola abortiva Ru486, dopo che nel febbraio del 2008 aveva espresso un parere favorevole, stesso anno nel quale il disastroso Governo Prodi si muoveva in tal senso chiedendo pareri al Consiglio superiore di Sanità sull’impiego del farmaco. Dopo una momentanea interruzione dell'iter voluta dalla Commissione Sanità del Senato, in questi giorni l'A.I.Fa. ha ultimato le procedure per definirne la commercializzazione in via definitiva.
La pillola abortiva, alternativa all’aborto chirurgico, viene da sempre presentata come un metodo ‘indolore’ e ‘veloce’ per ricorrere all’interruzione di gravidanza. In realtà i rischi per una donna sono molteplici e vengono confermati dalle 29 morti causate direttamente dall'utilizzo della Ru486, senza contare i gravissimi risvolti psicologici che la stessa riversa nei confronti della madre.
La Ru486, infatti, può essere utilizzata solamente nelle prime settimane di gravidanza, mettendo alle strette la donna nella sua decisione e aumentando il rischio della sindrome che ha rovinato la vita a numerose donne, la cosiddetta “sindrome depressiva post abortiva”. L’aborto volontario è di fatto un momento critico per una donna: ridurlo a tre semplici pasticche prese con un bicchiere d’acqua non può essere la giusta risposta. La sindrome post abortiva può essere accentuata dopo un aborto farmacologico, proprio perché la scelta viene fatta più in fretta, istintivamente e senza l’adeguato supporto sanitario.
Questa che viene spacciata per un baluardo del progresso e della civiltà, non è altro che l'ennesima scappatoia nei confronti dei “problemi della gravidanza”, rischiando di far diventare la pillola abortiva un nuovo anticoncezionale, atto a deresponsabilizzare l’intera società su un argomento così delicato come l’aborto.
In Italia c’è bisogno di politiche che incentivino la natalità e non di nuove scorciatoie, pericolose per la salute della donna, per interrompere bruscamente la gravidanza.

PER QUESTO CHIEDIAMO
-Il blocco dell’iter per la legalizzazione della pillola abortiva;
-Informazione consapevole all’interno dei consultori e la completa applicazione della legge 194, per tutelare la vita e ridurre gli aborti;
-Politiche a tutela della famiglia, della natalità e della maternità. "

Dal comune di Roma fanno eco i consiglieri del PdL, esprimendo vicinanza e sostegno alla causa portata avanti dalla Giovane Italia, annunciando che avrà eco anche nell'aula Giulio Cesare, al Campidoglio.


venerdì 25 settembre 2009

25/09/2009

FORTIS CADERE, CEDERE NON POTEST.

martedì 22 settembre 2009

Azione Universitaria : "Diritto allo studio...Chi l'ha visto?!?"

Anno accademico nuovo, vecchi problemi. Mai risolti. Gli studenti universitari, da quattro anni, aspettano risposte concrete dalla giunta Marrazzo su trasporti, mense, residenze pubbliche, affitti in nero nelle abitazioni private. Azione universitaria si fa promotrice dell'iniziativa "Diritto allo studio...chi l'ha visto?" richiedendo la risoluzione degli atavici problemi che ammorbano l'Adisu di Roma 3. L'Agenzia gestita per 4 anni per vie commissariali dalla giunta Marrazzo è ora che ponga nuovamente al centro di tutto lo studente, riattivando formalmente le rappresentanze studentesche, vera ragione dell'esistenza di un agenzia per il diritto allo studio.

Il rappresentante di Azione Universitaria nel CDA di Laziodisu, Marco Cossu, commenta:
“Auspico a breve un incontro con il neo assessore regionale all’Istruzione Di Stefano per aver modo di poter affrontare in modo concreto i problemi dei diritto allo studio e più in generale dell’azienda Laziodisu. A seguito della nostra iniziativa di questa mattina nell’ateneo Roma Tre – sottolinea Cossu – ribadisco l’urgenza e l’importanza di un confronto su questi temi sui quali l’amministrazione Marrazzo è stata molto carente, mi auguro che Di Stefano accolga questa mia richiesta in modo da poter avviare a breve un interscambio costruttivo ed efficace”.

sabato 20 giugno 2009

Perché Voto SI al Referendum

Domenica e lunedì milioni di italiani sono chiamati alle urne per esprimere il loro consenso riguardo il referendum sulla legge elettorale. 
In primis andrebbe detto che un popolo che abbia un minimo di senso civico dovrebbe presentarsi ai seggi anche per esprimere un eventuale dissenso nei confronti di un quesito referendario. Ci si lamenta spesso e troppo a volte della mancanza di democrazia partecipata, della totale assenza di condivisione da parte della società civile delle scelte politiche che segnano il nostro Paese  e le future generazioni. In questi giorni abbiamo la possibilità di avvicinarci alle Istituzioni e di far sentire loro la nostra voce; gli Italiani sono presenti, vivi, attenti a ciò che realmente interessa al Paese e non ai gossip e pettegolezzi che solo un Paese puritano può prendere come riferimento nei giudizi di un'amministrazione politica.
Quindi l'esortazione ad andare a votare, a prescindere dalle intenzioni, è un esortazione alla partecipazione civica e politica; un grido di libertà morale che ognuno di noi dovrebbe sentire proprio.

Entrando invece nel merito dei quesiti referendari occorre, a parer mio, constatare un dato: nel 1993 gli italiani si sono espressi, con largo consenso, in modo favorevole nei confronti di un sistema elettorale maggioritario che semplifichi il quadro politico e renda il nostro Paese governabile. La vittoria di quel referendum fu un chiaro segnale di come il popolo avesse l'intenzione di avvicinarsi a democrazie compiute come quella Anglosassone e Americana rispetto a quelle ancora troppo partitiche come in Spagna e in Germania. 
Nella XIV legislatura è stata varata una legge che ha solo in parte recepito quella volontà popolare scaturita dalla vittoria referendaria. 
E' stato elaborato un sistema proporzionale - maggioritario con il sistema delle coalizioni; legge elettorale che introduce per la prima volta la designazione del Capo coalizione come designato Presidente del Consiglio ( attuando una fictio juris nei confronti delle prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica ), ha creato degli sbarramenti alti sia alla Camera che al Senato per le liste che non si presentino in una coalizione e, dato più importante e tipicamente maggioritario, ha inserito il premio di maggioranza per la coalizione che riceva la maggioranza relativa dei voti. Premio di maggioranza che viene distribuito a livello nazionale alla Camera e a livello regionale al Senato; questo a causa di un interpretazione letterale della Costituzione ( fortemente voluta dal Presidente Ciampi ) che prevede l'elezione dei rappresentanti del Senato su base regionale. 
Il premio di maggioranza rende il Paese più governabile, più coeso e sicuro nelle sue Istituzioni. Vi è stata una profonda semplificazione partitica grazie a questa legge; con questo referendum si potrà fare ancora meglio. E vi spiego il perché?

Perché dovremmo aspettare che il Parlamento modifichi questa legge se possiamo essere NOI lo stimolo per fare ciò? Perché dovremmo sottostare a ricatti politici, sia in maggioranza che in opposizione, di partiti che sono restii all'instaurarsi di un bipartitismo compiuto? Perché non essere NOI il motore di una scelta politica che questo Parlamento, per consuetudine costituzionale, non può non tenere conto?

I primi due quesiti referendari riguardano il premio di maggioranza alla Camera e al Senato; ovvero si chiede al cittadino se vuole che questo premio sia spostato dalla coalizione al partito che riceva la maggioranza relativa dei voti.
Se dovesse passare il SI ci ritroveremmo in uno scenario politico nel quale il PDL e il PD potrebbero finalmente liberarsi di ogni compromesso politico con i propri alleati e pensare a delle strategie di governo a lungo termine. Ovviamente il gioco non è così semplice; ma un eventuale crisi di governo non farebbe che favorire questo processo. Il Parlamento si troverebbe di fronte una scelta netta, popolare, diretta verso il bipartitismo puro e non potrà far finta che il referendum non ci sia stato. 

Il terzo quesito è quello meno problematico perché riguarda il buon senso; ovvero con il SI non sarà più possibile candidarsi, come fanno molti politici, in più collegi ma bisognerà sceglierne uno all'inizio delle elezioni.

Vedete, la portata di questo referendum non è stata capita da molti. L'importanza di dare un segnale evidente di svolta bipartitica e maggioritaria sarebbe una rivoluzione in termini per la classe politica di questo paese. Il risultato referendario non può essere disatteso da questa legislatura ma solamente migliorato; quindi se dovessero vincere i SI non si potrà tornare indietro ma semplicemente andare avanti; ovvero costruire un Paese moderno, efficiente, e che abbia delle Istituzioni veramente vicine al Popolo che ne detiene la Sovranità.

giovedì 18 giugno 2009

Azione Universitaria (Pdl): Il successo del Centrodestra al CdA di Laziodisu

Azione Universitaria (Pdl): Il successo del Centrodestra al CdA di Laziodisu conferma fallimento gestione di Marazzo e dell’Assessore Costa rispetto al settore universitario

"Il plebiscito che ha segnato l'elezione di Marco Cossu in seno al Laziodisu, nelle fila di Azione Universitaria, esprime al meglio la necessità di rinnovare, cambiare, voltare pagina. Il nostro compito"aggiunge il Dirigente Nazionale di Azione Universitaria Ernesto Di Giovanni,"sarà quello di ridare credibilità a un'organo che ha il compito di segnare il futuro di centinaia di migliaia di giovani. Ecco perchè"conclude Di Giovanni, "si dovrà uscire al più presto da questa situazione di enpasse voluta dal centrosinistra. Ecco perchè la lotta ai baroni e una redistribuzione più oculata delle risorse entreranno finalmente a via Cristoforo Colombo".


“Sono stati finalmente eletti i 4 rappresentanti degli studenti del Consiglio di Amministrazione di Laziodisu, l’importante ente pubblico regionale per il diritto agli studi universitari nel Lazio che è stato commissariato dalla Regione nel lontano agosto 2005. L’elezione ha visto Azione Universitaria aggiudicarsi il primo seggio, una chiara conferma dei buoni risultati che il nostro movimento ha ottenuto alle elezioni nazionali per il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari e alle elezioni locali di Tor Vergata, Roma Tre e Sapienza, divenendo prima compagine studentesca a Roma e nel Lazio, grazie ad una politica forte e ad una stretta vicinanza con i giovani. La sinistra unita si è classificata solo al secondo posto appena davanti ai cattolici di Comunione e liberazione e ad un’altra lista di Centrodestra. Il 3 a 1 per l’opposizione regionale conferma il giudizio negativo degli studenti sul commissariamento dell’ente per il Diritto allo Studio universitario, su Marazzo e sull’opera della Costa, che è andata in Europa dopo quattro anni di gestione inefficiente”. Così Andrea Volpi, capogruppo del Centro Destra Universitario al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, dopo lo scrutinio tenutosi ieri sera presso la sede 
della giunta regionale del Lazio in seguito alle elezioni indette dall’Assessore Costa ".


“Azione Universitaria è stato il principale movimento studentesco a contestare in maniera costante e veemente la mala gestione dell’Assessore al Diritto allo Studio Costa e il Presidente Marazzo che hanno pensato più al collocamento e che, incoscientemente, hanno completamente abbandonato la politica delle borse di studio e dei trasporti, lasciando il campo ad occupazioni abusive degli alloggi pubblici. Auspichiamo al più presto “ sostengono congiuntamente Volpi e Di Giovanni “ che il Governo ed il Ministro Gelmini intervengano per mettere fine al sistema degli Enti Regionali che rappresentano dei carrozzoni che assorbono il 90% dei fondi allocati dallo Stato alle Regioni per il Diritto allo Studio universitario ”.

martedì 17 marzo 2009

San Patrizio e la " Questione Irlandese " : Azione Universitaria ha allestito una mostra all'Università " La Sapienza "

"La “questione Irlandese” è uno dei tanti nodi storici del quale si evita di parlare, non vi è luogo più adatto e momento più giusto di questa ricorrenza per ricordare gli abusi perpretati alla dignità, alla libertà e al diritto di autodeterminazione del popolo irlandese. L’intenzione della mostra è quella di sensibilizzare gli studenti sulla grandezza di questo popolo, spesso calpestato e deriso". Così Giuseppe Romano Consigliere d'amministrazione e nel giorno in cui si celebra San Patrizio, Patrono d’Irlanda, commenta la mostra organizzata da Azione Universitaria  dal tema “l’Irlanda e la Questione Irlandese” nella Facoltà di  Economia del più grande Ateneo romano. 

 

"Azione Universitaria ha riaperto il sipario su una storia troppo spesso sottaciuta dimostrando di essere sensibile ed attenta alle verità negate. Il fatto che il popolo Irlandese non abbia ancora raggiunto una piena indipendenza, e che la stessa nazione irlandese sia una realtà divisa politicamente, non significa che non vi sia una volontà indigena di unità, ma contrariamente una ferma opposizione perché questo si realizzi pienamente da parte della Gran Bretagna”. Così dichiara il Dirigente Nazionale di Azione Universitaria, Ernesto Di Giovanni che aggiunge "è un obbligo morale non dimenticare la “questione irlandese” e farsi portatori di un messaggio solidale verso i popoli oppressi, esigendo una soluzione pacifica di tutte le controversie internazionali, nel rispetto e nell’integrità dei popoli."

 

“Riteniamo comunque vergognose le azioni violente di matrice terroristica portate avanti negli ultimi giorni. Il desiderio di indipendenza non può giustificare in alcun modo questi atti, l’unica via possibile è quella dettata dalla ragione e dal buon senso. Non si dovrebbe insanguinare questa giusta causa, ma far comprendere al mondo la radicata necessità di autonomia ed indipendenza con i più nobili strumenti della politica” In questo modo Alessandro Caruso, Dirigente Nazionale di Azione Giovani, commenta in merito agli omicidi firmati dalla “Real Ira”.

sabato 28 febbraio 2009

PDL Giovani: nasce il primo Circolo a Tortoreto

Con un evento unico in Italia, nasce a Tortoreto il primo circolo del PDL giovani. E’ la prima volta che  i movimenti giovanili del centrodestra vanno a costituire un’unica realtà.

“ La nascita del circolo è un chiaro segnale che dimostra quanto i giovani del centrodestra vogliano guardare coesi nella stessa direzione”, dichiara il promotore e Dirigente Nazionale di Azione Universitaria Ernesto Di Giovanni che prosegue  “…l’evento costituisce un momento di importanza storica che ha un obiettivo ambizioso: quello di creare una realtà giovanile dove le anime  liberali, conservatrici e sociali possano unirsi in un unico circolo, costituendo un passo decisivo verso la modernità “.

Stefano Lancianese, vice presidente di Alleanza Nazionale Tortoreto, continua commentando che “….dobbiamo compiere in Italia una rivoluzione moderna e meritocratica che permetta di risollevare questo paese grazie all’ausilio dei giovani. Siamo desiderosi di introdurre nuova linfa in questo sistema politico ormai arrugginito.”

Federico Di Lorenzo e Mauro Cappelletti, rispettivamente rappresentanti di Forza Italia Giovani e dei Circoli del Buon Governo, convengono sulla “…necessità di superare gli orgogli partitici e gli attriti di movimento ripartendo dai valori comuni dimenticando tutte le piccole differenze che potrebbero dividerci. E’ il nostro futuro che ce lo chiede.”

 

 

Il Deputato Nicola Formichella, Direttore Generale della Fondazione Circoli del Buon Governo, a margine dell’incontro dichiara che “  l’evento tenutosi questa sera è sicuramente la strada giusta per arrivare alla concreta realizzazione, anche a livello locale, del grande progetto di Silvio Berlusconi: dare al nostro Paese un soggetto politico nuovo e giovane che possa assicurare il buon governo del nostro territorio . “ L’Onorevole continua affermando che “ il Popolo della Libertà a Tortoreto è già una realtà giovane e concreta “.

L’Assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Abruzzo, On. Avv. Paolo Gatti, intervenuto all’incontro afferma come questa sia “ un ottima iniziativa che da il segno del fermento e della voglia di partecipare e costruire un impegno politico serio fondato sui valori. Iniziative di questo genere sono un esempio e uno stimolo per tanti giovani “.

Anche l’Assessore Avv. Giandonato Morra esprime il suo “ piacere a partecipare a questo tipo di iniziative che vedono tanti giovani avvicinarsi alla politica, alla condivisione di valori e alla partecipazione con criteri di collegialità. La presenza degli esponenti politici in questa fase non elettorale testimonia l’attenzione degli esponenti del PDL nei confronti dei giovani.

Questi devono essere valorizzati in un ottica di merito  e devono essere inseriti nei partiti non solo nella fase costituente ma anche decisionale “.

Il Consigliere Regionale Avv. Emiliano Di Matteo ritiene che “ questa sia un iniziativa di grande spessore e a che abbia individuato l’inizio di un cammino che deve vedere i giovani presenti anche nella costruzione di un partito; il mio augurio è che oggi sia solo il primo momento della concretizzazione di un nuovo partito “.

 

 

Gino Monti, Capo gruppo dell’opposizione al Comune di Tortoreto, in nome anche dei Consiglieri di minoranza, condivide “ l’apprezzamento verso l’iniziativa, che era nel nostro auspicio, sin dal 2004, momento in cui abbiamo deciso di candidarci perché il nostro vero obiettivo era coinvolgere i giovani, consapevoli che loro rappresentano il futuro “.

“ Noi crediamo che loro possano recuperare quei valori fondamentali dellla politica che guidano il bene comune, parola fondamentale per la crescita e lo sviluppo della società civile “; così commenta a margine Francesco Marconi, Segretario di Alleanza Nazionale di Tortoreto, che continua affermando che “..ci auguriamo che questi giovani prendano parte alla prossima tornata elettorale e amministrativa, rappresentando un valore aggiunto “.

Anche Alessandro Petroli, Esecutivo Nazionale di Azione Universitaria e Dirigente Nazionale di Azione Giovani, esalta “ la volontà dei giovani di Tortoreto di aggredire il passaggio generazionale dei movimenti giovanili superando la memoria dei vecchi partiti creando una base valoriale comune a tutti i giovani di centro destra. Un nuovo movimento giovanile – continua Petroli – non deve essere la somma algebrica del Popolo della Libertà, ma bensì deve rappresentare quella coscienza critica e di avanguardia che ogni movimento deve avere. La tradizione della militanza di Azione Giovani e la nuova energia di Forza Italia devono rappresentare lo stimolo per un risveglio meritocratico  che investa tutto il Paese “.

venerdì 20 febbraio 2009

Centenario Futurismo, Roma: Azione Universitaria ha allestito una mostra nell’Università La Sapienza


"Siamo orgogliosi che nell’Università italiana si possa mantenere vivo il ricordo del Futurismo e di Filippo Tommaso Marinetti, che cento anni fa sulle colonne del Figarò diede vita a un movimento d'avanguardia, rivoluzionario per il suo tempo, che ha caratterizzato una buona fetta del Novecento artistico. Sarebbe orribile dimenticarsi del più grande fermento culturale e artistico del '900 italiano". Così Giuseppe Romano e Giuseppe Rodà, rispettivamente Consigliere d'amministrazione e Senatore Accademico dell'Università la Sapienza di Roma, nel giorno in cui si celebra il centenario del Futurismo ed Azione Universitaria ha organizzato una mostra nella Facoltà di Economia del più grande Ateneo romano per far rivivere agli studenti lo spirito futurista.

 

"Ancora una volta Azione Universitaria, il movimento che rappresenta la giovane Destra nazionale con la passione dei suoi militanti, si è dimostrata capace di raccontare un pezzo della storia e della cultura del popolo italiano. È con la fierezza di una "marcia che ci impedisca di marcire" che commemoriamo questo momento. È con "il coraggio, l'audacia e la ribellione" che portiamo avanti ogni giorno le nostre battaglie per gli studenti in tutti gli Atenei". Questo il commento dei Dirigenti Nazionali di Azione Universitaria, Ernesto Di Giovanni ed Andrea Volpi (Capogruppo del Centro Destra al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) che aggiungono "è doveroso non dimenticare la fiducia riposta nella gioventù da parte dei futuristi, fiducia che noi richiediamo come unica possibilità di rinnovamento del nostro Paese."

 

Info

Ernesto Di Giovanni 335.71.13.220

Andrea Volpi 340.97.31.454

Giuseppe Romano 392.63.34.950

Giuseppe Rodà 347.84.78.418

martedì 17 febbraio 2009

AVVOCATURA, DI GIOVANNI: "UNA RIFORMA, NON UNA CHIUSURA"
Azione Universitaria (An-PdL) lancia la campagna "SOS…Pericolo avvocati in via d'estinzione"


"Favorire il merito, favorire l'accesso alla professione dei giovani laureati in giurisprudenza. La bozza di riforma sull'avvocatura, attualmente in discussione in Parlamento, renderebbe inutilmente complicato il periodo post lauream e l'inserimento lavorativo degli aspiranti avvocati", così Ernesto Di Giovanni, dirigente nazionale di Azione Universitaria, intervenuto al presidio nella facoltà di legge a La Sapienza di Roma.

"La campagna nazionale SOS…Pericolo avvocati in via d'estinzione, riguarderà tutte le facoltà di giurisprudenza d'Italia" continua Di Giovanni, "e si propone da un lato, come strumento di informazione per gli studenti, dall'altro come formale richiesta nei confronti del Governo affinché intervenga migliorando le regole per l'accesso alla professione, accogliendo la nostra proposta disvolgere il tirocinio durante il corso di studio e nelle scuole di specializzazione attraverso accordi tra le singole Facoltà e gli Ordini locali". "In particolare" conclude Di Giovanni, "riteniamo inopportuni i test di preselezione per l'iscrizione al registro dei praticanti e all'esame di Stato, ed il limite anagrafico per parteciparvi; richiediamo l'annullamento dell'incompatibilità assoluta per lo svolgimento del tirocinio con qualsiasi rapporto di impiego pubblico o privato, l'abolizione del Patrocinio Autonomo per coloro i quali abbiano superato il primo anno di pratica, nonché il divieto di utilizzare i codici commentati durante lo svolgimento delle prove dell'esame di Stato".

Dello stesso avviso Andrea Colasanti, responsabile della campagna per la "Luiss Guido Carli" e dirigente provinciale di Azione Universitaria Roma: "la bozza di riforma in discussione in Parlamento è dettato esclusivamente dalle necessità del Consiglio Nazionale Forense. Un vero e proprio meccanismo di autodifesa attraverso il quale la casta intende smaltire e dare il ben servito ai giovani. Crediamo in uno Stato che sia amico dei giovani, che contribuisca alla loro realizzazione, senza evidentemente piegarsi a richieste lobbistiche o a dicktat di qualsiasi tipo".

martedì 10 febbraio 2009


Roma, 10 feb. (Adnkronos) - 'Nel giorno del ricordo del
sacrificio di 350.000 italiani uccisi e cacciati dalle loro
terre gli studenti universitari di tutti gli Atenei romani
fanno rivivere il dolore di quei connazionali con mostre,
commemorazioni e momenti di riflessione affinche' la nostra
comunita' nazionale ritrovi unita' e dignita' dopo decenni
di colpevole silenzio". Lo fanno sapere da Azione
Universitaria che ha promosso iniziative in tutti gli
Atenei.

Alla facolta' di Economia della Sapienza i rappresentanti
degli studenti in CdA e Senato Accademico Peppe Romano e
Giuseppe Roda' accompagneranno il Rettore che ha voluto
personalmente essere presente alla manifestazione per
onorare il Giorno del Ricordo insieme agli studenti; mostre
e incontri si stanno inoltre svolgendo nelle facolta' degli
altri Atenei promosse da Stefano Pacetti e Elena Gorgoni,
senatore e consigliere degli studenti a Roma Tre, Carla
Ciocci e Andrea Colasanti, responsabili per AU di Lumsa e
Luiss. 'Non mancano le solite note stonate - sottolinea Au -
con i collettivi della Sapienza che andranno a depositare
fiori sulle tombe dei Titini infoibatori, manifesti
negazionisti delle Foibe affissi presso la facolta' di
Lettere di Roma Tre'.

Il responsabile di Azione universitaria Tor Vergata Andrea
Barchetta denuncia che "mentre in tutte le altre facolta'
d'Italia gli studenti stanno ricordando i martiri istriani
il preside della Facolta' di Economia di Tor Vergata ha
negato l'autorizzazione a svolgere una mostra fotografica
contraddicendo tra l'altro le direttive ministeriali che
favoriscono le iniziative per il Giorno del Ricordo nelle
scuole e nelle universita'". "E' con orgoglio che anche
quest'anno Azione Universitaria si e' resa protagonista di
una serie di iniziative affinche' gli studenti si stringano
nel ricordo dei propri drammi e dei propri martiri come una
vera comunita' nazionale dovrebbe fare e rendendosi cosi'
protagonisti di quella conciliazione che per anni e' stata
affogata nel silenzio solo per l'interesse di una certa
parte politica", concludono i dirigenti nazionali di Azione
Universitaria Andrea Volpi (capogruppo del centrodestra in
Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) ed Ernesto
Di Giovanni.

(Rre/Col/Adnkronos) 10-FEB-09 13:19 

lunedì 9 febbraio 2009

Foibe: la storia negata











Domani alla Facoltà di Economia si
terrà una mostra fotografica e la proiezione di audiovisivi per ricordare le vittime e gli esuli istriano-dalmati.








Martedì 10 febbraio, Facoltà di Economia a partire dalle ore 10.00.






48 le foibe note ad oggi
17.000 le vittime delle foibe
350.000 gli italiani costretti all'esodo dall'istria, fiume e dalmazia

Foiba
Il termine "foiba" è una corruzione dialettale del latino "fovea", che significa "fossa", le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall'erosione di corsi d'acqua; possono raggiungere i 200 metri di profondità. In Istria sono state registratre più di 1700 foibe.

Causa di morte
1- Proiettili d'arma da fuoco, di solito sparati al cranio
2- precipitazioni dall'alto con gli effetti che ne derivano: fratture multiple, commozione, shock traumatico grave, embolia, etc.
3- trauma da corpo contundente (bastone, calcio di fucile, bottiglie, etc.) o acuminato con conseguenti fratture;
4- questi diversi momenti variamente combinati, isa come cause sovrapposte, sia come concorretni

L'effetto, cioè la morte, non deve essere stato necessariamente immediato: è ammissibile anche che, nonostante ferite e traumi, la morte sia avvenuta a distanza di tempo o per sete o per fame...

NON VOGLIAMO RISCRIVERE LA STORIA, SOLO FARLA CONOSCERE. TUTTA.

venerdì 6 febbraio 2009

lunedì 19 gennaio 2009




« Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy[3]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà »

venerdì 16 gennaio 2009

Le fate danzano intorno a Jan


Il 16 gennaio 1969, Jan Palach, giovane studente di filosofia dell’università di Praga, si immolò, dandosi fuoco con un accendino, nella centralissima Piazza Venceslao, nel cuore della capitale cecoslovacca, sacrificando la sua giovane vita contro la brutalità perpetrata dalle truppe sovietiche, e del Patto di Varsavia, che spazzarono via quella breve, ma intensa, stagione riformista che attraversava la Cecoslovacchia in quel periodo, la “Primavera di Praga”.
Riportò ustioni gravissime, ma, ciò nonostante, rimase lucido durante i tre giorni di agonia. Ai medici, confidò di aver preso come modello i buddisti del Vietnam.
Al suo funerale, il 25 gennaio, parteciparono circa 600 mila persone, provenienti da tutto il Paese.

Tra i suoi appunti, e articoli, furono ritrovate queste parole, diventate poi una sorta di testamento ideologico : « Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy ["Zpravy” vuol dire "Notiziario" - il giornale delle forze d'occupazione sovietiche]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 Gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà ».

Ed in effetti, altri 7 ragazzi dopo di lui, tra cui l’amico Jan Zajíc, seguirono il suo gesto e si tolsero la vita. Grazie a quel suo gesto estremo, è considerato un eroe e un martire dagli anticomunisti. Persino la Chiesa Cattolica lo difese, arrivando a dire che ”in certi casi, un suicida non scende all’inferno”.
Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario dalla scomparsa di Jan, ma nei nostri cuori non passa il ricordo del suo gesto, il rispetto nei confronti di chi ha tenuto fede ai suoi principi ed ai suoi valori fino all’estremo sacrificio.ONORE A JAN PALACH, MARTIRE EUROPEO CADUTO PER LA LIBERTA’.

mercoledì 7 gennaio 2009

07/01/78 - 07/01/09 Noi non dimentichiamo...

"E' una piazza piena di sogni, un'armata di cari amici, mille anime di caduti,
ma nel ricordo non li hanno uccisi!
Sono i giovani di Acca Larentia, e i ragazzi in camicia nera...
E ora sono qui, son sempre qui, son tornati a marciare ancora..."


ONORE AI CAMERATI CADUTI!