lunedì 19 gennaio 2009




« Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy[3]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà »

venerdì 16 gennaio 2009

Le fate danzano intorno a Jan


Il 16 gennaio 1969, Jan Palach, giovane studente di filosofia dell’università di Praga, si immolò, dandosi fuoco con un accendino, nella centralissima Piazza Venceslao, nel cuore della capitale cecoslovacca, sacrificando la sua giovane vita contro la brutalità perpetrata dalle truppe sovietiche, e del Patto di Varsavia, che spazzarono via quella breve, ma intensa, stagione riformista che attraversava la Cecoslovacchia in quel periodo, la “Primavera di Praga”.
Riportò ustioni gravissime, ma, ciò nonostante, rimase lucido durante i tre giorni di agonia. Ai medici, confidò di aver preso come modello i buddisti del Vietnam.
Al suo funerale, il 25 gennaio, parteciparono circa 600 mila persone, provenienti da tutto il Paese.

Tra i suoi appunti, e articoli, furono ritrovate queste parole, diventate poi una sorta di testamento ideologico : « Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy ["Zpravy” vuol dire "Notiziario" - il giornale delle forze d'occupazione sovietiche]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 Gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà ».

Ed in effetti, altri 7 ragazzi dopo di lui, tra cui l’amico Jan Zajíc, seguirono il suo gesto e si tolsero la vita. Grazie a quel suo gesto estremo, è considerato un eroe e un martire dagli anticomunisti. Persino la Chiesa Cattolica lo difese, arrivando a dire che ”in certi casi, un suicida non scende all’inferno”.
Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario dalla scomparsa di Jan, ma nei nostri cuori non passa il ricordo del suo gesto, il rispetto nei confronti di chi ha tenuto fede ai suoi principi ed ai suoi valori fino all’estremo sacrificio.ONORE A JAN PALACH, MARTIRE EUROPEO CADUTO PER LA LIBERTA’.

mercoledì 7 gennaio 2009

07/01/78 - 07/01/09 Noi non dimentichiamo...

"E' una piazza piena di sogni, un'armata di cari amici, mille anime di caduti,
ma nel ricordo non li hanno uccisi!
Sono i giovani di Acca Larentia, e i ragazzi in camicia nera...
E ora sono qui, son sempre qui, son tornati a marciare ancora..."


ONORE AI CAMERATI CADUTI!