venerdì 29 ottobre 2010

Uccisero Mario Zicchieri per essere promossi brigatisti (?)

"Gli assassini avevano mirato al basso ventre, l’arteria era recisa e nel giro di pochi secondi già era in un lago di sangue."

Emilia Libera sostenne che uccisero Mario Zicchieri per essere promossi brigatisti.

Gli esecutori furono Bruno Seghetti, Germano Maccari e Valerio Morucci, tutti organizzatori del sequestro di Aldo Moro.

Il 20 febbraio 1986 la seconda Corte d’Assise di Roma, presieduta da Sorichilli, emise il verdetto: assoluzione piena per non aver commesso il fatto.

Meno di un anno dopo, al processo di secondo grado, la pubblica accusa, Procuratore Generale Labate, chiese e ottenne l’assoluzione per insufficienza di prove.

Bocciato il ricorso in Cassazione. Il delitto rimane impunito, i colpevoli tra noi.

Il testimone oculare dell’omicidio di via Gattamelata, non fu mai ascoltato dalla Corte ...



Dopo 35 anni ne onoriamo il ricordo e chiediamo ancora verità e giustizia. Per la vita di un ragazzo di 16 anni interrotta per il disprezzo della vita umana.

MARIO ZICCHIERI PRESENTE!!!

Tor Vergata: Azione Universitaria ricorda la rivoluzione ungherese.

Tor Vergata: Azione Universitaria ricorda la rivoluzione ungherese.

Saia: "Un esempio che mantiene intatto il suo valore, anche a distanza di cinquant'anni".

Nella facoltà di Economia di Tor Vergata gli studenti di Azione Universitaria hanno voluto ricordare il sacrificio dei giovani ungheresi durante la rivolta dell'autunno 1956. L’evento, frutto della collaborazione tra i coordinamenti Arcadia e Plus Ultra, ha suscitato l’interesse degli studenti incuriositi dall’enorme striscione apposto all’interno della facoltà.

“Siamo orgogliosi di ricordare gli studenti ungheresi che hanno lottato con coraggio contro l'invasore russo per la libertà del loro popolo” dichiara Paolo Saia Dirigente Provinciale di Azione Universitaria Roma.

“Gli studenti, i contadini e gli operai ungheresi rappresentano per noi un mito che non muore nel tempo. Nonostante sia passato mezzo secolo, infatti, ancora oggi molti popoli si trovano a dover lottare per difendere la loro identità e la loro libertà. Ricordiamo dunque una generazione di giovani che aveva a cuore il destino della loro patria, che non si limitava ad aspettare il proprio futuro qualunque esso fosse, ma che si batteva con determinazione e coraggio per un futuro migliore, un futuro ungherese, libero dalla repressione comunista.”

I ragazzi di Azione Universitaria hanno inoltre distribuito agli studenti un volantino informativo sugli eventi che hanno caratterizzato l’autunno ungherese del ’56.

“Desidero ringraziare il responsabile di Plus Ultra Tor Vergata Luca Coltellacci per la collaborazione nella realizzazione dell’evento”, conclude Saia, “con l’augurio che da questo rapporto umano e politico possano svilupparsi future iniziative dall'elevato contenuto culturale".

lunedì 25 ottobre 2010

AZIONE UNIVERSITARIA (PDL), LA SAPIENZA RICORDA LA RIVOLUZIONE D'UNGHERIA

AZIONE UNIVERSITARIA (PDL), LA SAPIENZA RICORDA LA RIVOLUZIONE D’UNGHERIA


Romano: "I fatti del '56 come simbolo di una gioventù capace di prendersi il futuro"


Con un’enorme bandiera della rivoluzione Ungherese issata nella facoltà di Economia della Sapienza e con un volantinaggio nel quale vengono descritti i fatti, Azione Universitaria ricorda, a distanza di cinquantaquattro anni, gli studenti uccisi dall’Armata Rossa durante la Rivoluzione Ungherese.

“Ancora oggi, nonostante gli anni siano passati, i regimi opprimono interi popoli negando i principali diritti civili attraverso persecuzioni, torture e ostracismo. I giovani ungheresi seppero coltivare i propri sogni e sebbene i loro sforzi furono traditi dal piombo sovietico, siamo qui per ricordarli", così Vitaliano Magro Dirigente Esecutivo Nazionale di Azione Universitaria, che prosegue: "è doverosa una presa di posizione della comunità internazionale nei confronti di quei governi che continuano a negare le libertà fondamentalii; l'Italia, insieme alla Comunità Europea , dovrebbe essere maggiormente incisiva in tali ambiti. I giovani ungheresi ieri, i giovani cinesi, cubani, ceceni ed iraniani oggi. Rilanciamo questa iniziativa" conclude Magro, "in tutti gli Atenei romani ed italiani affichè anche i circoli accademici possano dare il proprio contributo alla riflessione su tali aspetti.”

“Dobbiamo ricordare la generazione che sacrificò la propria vita nell’Ottobre del 1956. Quella gioventù fu capace di donare se stessa per liberare la propria patria dai crudeli eccessi del Comunismo" è quanto dichiara Giuseppe Romano, Consigliere d'Amministrazione de La Sapienza. "Il loro grido di libertà fu capace di trascinare fisicamente la città di Budapest e moralmente tutta l’Ungheria. La risposta alle loro proposte fu però soffocata dall’ottusa risposta del Governo ungherese che, dopo alcune scaramucce, chiamò in Patria i carri armati sovietici. Quella gioventù" conclude Romano "fu avanguardia e sebbene non riuscì ad ottenere ciò che desiderava, dev'essere una molla per fare sempre di più per cambiare in meglio il nostro tempo".

venerdì 15 ottobre 2010

Officina futura e Arcadia: premio per la Repressione alla Cina


Questa mattina una delegazione dell’associazione dei giovani del Pdl ‘Officina Futura’ e Arcadia ha provato a consegnare all’ambasciata cinese a Roma il premio Nobel per la Repressione 2010, assegnato alla Cina “per la sistematica violazione dei diritti umani e la costante opera di repressione di ogni voce di opposizione interna”.
Officina Futura e Arcadia hanno quindi chiesto la liberazione del premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, in carcere dallo scorso anno per “aver incitato alla sovversione contro lo Stato”, e di sua moglie Liu Xia, alla quale le autorità cinesi vietano ogni contatto con l’esterno.

Queste le motivazione del premio assegnato alla Cina:
“L’associazione dei giovani del Pdl Officina Futura e Arcadia hanno deciso di assegnare il premio Nobel per la repressione 2010 al governo della Repubblica popolare cinese, per la sistematica violazione dei diritti umani e la costante opera di repressione di ogni voce di opposizione interna.
In occasione dell’assegnazione del premio Nobel per la pace a Liu Xiaobao, condannato lo scorso anno a undici anni di prigione e a due anni di privazione di diritti politici per ‘aver incitato alla sovversione contro lo Stato’, Officina Futura e Arcadia vogliono ricordare il decennale impegno del governo cinese nella repressione e nella tortura. Centinaia di esecuzioni capitali ogni anno, migliaia di persone incarcerate illegalmente, lavoro forzato all’interno dei Lao-gai (veri e propri campi di concentramento), sono solo alcuni dei risultati ottenuti da un governo che non garantisce ai suoi cittadini neanche le più elementari libertà di espressione e di associazione, ma continua a fare affari d’oro con l’Unione europea e le altre nazioni ‘democratiche’.”

Italia- Serbia, prove di Heysel.


A pochi giorni dalla clamorosa sospensione della gara tra Italia-Serbia, fatta interrompere al sesto minuto del primo tempo, la gente si chiede ancora cosa sia realmente successo a Genova.
In rete c'è questo interessante articolo scritto da Maurizio Martucci, autore del libro "Cuori Tifosi", sulla vicenda, che analizza tutto il contesto legato alla partita, e si pone interessanti quesiti.

"ITALIA-SERBIA, PROVE DI HEYSEL. MA NON DOVEVA BASTARE LA TESSERA DEL TIFOSO?

Qualificazioni Europei 2012, Stadio Marassi di Genova: in eurovisione è andata in onda l’ultima vergogna nazionale.

Italia-Serbia è stato tutto e il contrario di tutto. Un devastante terremoto che non ha fatto altro che confermare la tesi avanzata nel mio ultimo libro CUORI TIFOSI: il tifo è un fenomeno sociale ed è limitativo circoscriverlo al semplice rettangolo di gioco.

Ma ieri il tifo è stato pure qualche altra cosa in più. E’ stato fenomeno politico e para-politico, etnico e internazionale, religioso e pure di ordine pubblico: Kosovo, saluti cetnici, la Grande Serbia, una bandiera albanese in fiamme, il governo di Pristina, fischi all’inno nazionale, l’eco mai sopito dei seguaci di Milosevic e del bombardamento di Sarajevo nella guerra dei Balcani con l’avallo dal Governo D’Alema. Ma ieri è stato pure il giorno di prova della circolare amministrativa di Maroni numero 555 targata 14 Agosto 2009, alias Tessera del Tifoso.

Ieri sera tutte queste componenti si sono mischiate in appena 6 minuti di calcio (sic!), contornati da un prima, durante e dopo che deve far riflettere, eccome! Stadio come palcoscenico catalizzatore di passioni e tensioni sociali. Stadio come vetrina, stadio come spot di propaganda politica, stadio come laboratorio di tecniche di controllo sociale di massa, stadio come banco di prova. Stadio d’Italia anno domini 2010, palestra di governo e di spericolate relazioni internazionali. La memoria di molti è fuggita alla tragedia dell’Heysel, la strage di Bruxelles del 1985 in cui perirono 39 vittime innocenti, in gran parte italiani. REDS ANIMALS, scrissero all’epoca i tifosi juventini su uno striscione issato a bordo campo. LE BESTIE ha titolato oggi in prima pagina la Gazzetta dello Sport. Più o meno lo stesso concetto, tifosi come animali, tifosi come bestie. Il dito puntato unicamente contro di loro.

Però attenzione a non ripetere gli stessi errori del passato, perché dopo vari gradi di giudizio, insieme agli hooligans inglesi i tribunali belgi per l’Heysel condannarono pure UEFA, Gendarmeria e Borgomastro cittadino, ovvero autorità locali e internazionali preposte all’organizzazione e gestione dell’ordine pubblico nella giornata della partita.

Per capire Italia-Serbia, bisogna avere il coraggio di rispondere a questi 10 interrogativi:

1. E’ vero che circa 400 dei 1.600 tifosi serbi presenti ieri nella ‘gabbia’ di Marassi erano stati già segnalati come mine vaganti?

2. E’ vero che, come riferisce il Presidente della Federazione Serba Tomislav Karadzic, la polizia italiana era stata avvisata dei pericoli da un rapporto inoltrato dai colleghi d’oltre Adriatico già il venerdì pomeriggio?

3. Perché gruppi di centinaia di tifosi serbi hanno liberamente manifestato in corteo per le strade di Genova (ci sono i video a testimoniarlo!) senza che nessuno intervenisse per tutelare l’ordine pubblico cittadino, nonostante atti vandalici disseminati lungo il percorso? (azzardando un parallelo, qualche giornale oggi ha pure scomodato il nefasto ricordo del G8)

4. A cosa sono servite le zone di pre-filtraggio e i tornelli dello Stadio Marassi se dentro l’impianto sono facilmente entrati bengala, torce e altro materiale pirotecnico?

5. Dov’erano gli steward al momento dei disordini, visto che in Italia presiedono i settori dello stadio, compresi quelli degli ospiti?

6. Perché gli steward non sono intervenuti quando il portentoso e tatuato Ivan Bogdanov (il tifoso con il mefisto sul volto) s’è arrampicato sulla vetrata?

7. Come ha fatto Ivan Bogdanov ad avere con sé un paio di pinze con le quali indisturbato ha squarciato le maglie della rete di protezione del settore ospiti?

8. A cosa sono serviti sconti su negozi on-line e sul biglietto della partita per i possessori dalla carta VIVA AZZURRO, detta semplicemente Tessera del Tifoso?

9. Perché gli agenti in tenuta anti-sommossa non sono entrati nel settore ospiti quando la situazione era ormai diventata ingovernabile?

10. Qualcuno adesso proverà a far passare l’associazione d’idee tifosi serbi uguale tifosi italiani, quindi che la Tessera del Tifoso è l’unico strumento utile per contrastare la violenza negli stadi?

Leggere il passato per capire il presente. CUORI TIFOSI serve a non dimenticare (e a non ripetere certi errori) ….

Maurizio Martucci"