venerdì 18 gennaio 2008

CORAGGIO

Non voglio essere banale e soprattutto non voglio ripetere ciò che chi mi ha preceduto ha giustamente evidenziato. Ma un piccolo passaggio dovete concedermelo. Anch'io mi unisco all'euforia per il buono e nobile risultato che abbiamo ottenuto. Abbiamo messo in campo quell'orgoglio che è la chiave di volta tra un gruppo ed una comunità. Ci siamo presi responsabilità e siamo usciti fuori, anche questa volta, dalle logiche correntizie che minano i risultati di un movimento.

Oggi abbiamo cantato, tutti, senza uno straccio di foglio che dirigesse i cori. Abbiamo sostenuto, per buona parte, una manifestazione senza un megafono. Non perchè quello che dicevamo facesse parte di un patrimonio del passato. Quelle parole uscivano fuori dal cuore, o dalla coscienza se preferite. Mentre tornavo a casa pensavo a tutte queste cose, e forse qualcuno si sarà pure sorpreso ai semafori, perchè sorridevo.

Apro la porta, accendo la tv e aspetto ansiosamente il servizio sulla Sapienza. Eccolo.
Azione Universitaria e Collettivi nello stesso servizio, in 60''. Due facce della stessa medaglia (religione/laicismo non laicità). Ma la cosa che mi ha più sorpreso, aldilà della scelta dei maggiori tg (comprensibile solo in ordine del fattore tempo, a discapito della corretta informazione defraudata nell'assimilare due cose diametralmente opposte nel suo significato), è stato l'ascoltare cori uguali. Dal "come Mastella Guarini come Mastella" fino al "Libertà", o "Dimissioni". Qualche domanda me la sono fatta, c'è qualcosa che non va....

Forse siamo accecati dall'ideologia e non riusciamo a vedere oltre la siepe. Intenti a riproporre contrapposizioni antiche a discapito di fatti ed avvenimenti che invece segneranno da domani la storia dell'Italia. Come ha detto Veneziani il vero bipolarismo è tra laici e cattolici. Forse siamo lontani parenti di quei giovani che trent'anni fa contavano di cambiare il mondo e che oggi in un modo o nell'altro te li ritrovi nei salotti buoni di Roma, fin quando nelle poltrone bianche di RaiUno o rosse di Canale5. Forse siamo succubi di strategie lontane dalle logiche dei giovani che tendono a riprodurre negli stessi gli errori o i rimorsi dei nostri padri.

No. Io in questa vicenda ci vedo qualcosa di molto più triste e pericoloso. In questa strana storia, tutta italiana, sento un vento che ritorna. Quello stesso clima che negli anni '70 ha garantito a qualcuno legittimità e ad altri la necessità di stare attento. Il preludio di fatti tragici, che ha garantito l'omertà e l'impunità a terroristi rei di pagine tanto oscure quanto gravi. Di questo vento bisogna aver paura, perchè non nasce dal basso, così come non è nata dal basso tutta la vicenda Papa-Sapienza, ma tra le maglie strette del declino etico. E non posso credere all'anticattolismo militante di soli 67 professori, nè a nugulo di teppisti che minacciano all'impazzata come nei peggiori film di Holliwood.
C'è qualcosa che si muove, da debellare. Ecco perchè oggi più che mai occorre chiarezza e comunità d'intenti. Da domani. Nelle aule, nelle strade, nelle università e nelle biblioteche.

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