venerdì 11 gennaio 2008

NON FACCIAMO ABORTIRE L'IDEA DI UN'ITALIA MIGLIORE !!

Finalmente si è riaperto in Italia il confronto sull'aborto e tutte le forze sono scese in campo nuovamente. Chiesa, partiti, medici, ricercatori...è l'ora che anche noi giovani militanti di una fede nobile ad antica riapriamo un dibattito interno per dare il nostro contributo.

Alla base di tutto mi piacerebbe che venisse accettato un principio, un valore.
Deve essere poi tale impostazione a suggerire la migliore traducibilità in un progetto di legge che sia frutto di un'attenta analisi.

La mia sensibilità, scevra da qualsivoglia condizionamento politico o religioso, mi porta a considerare una comunità povera di sostanza quella che confonda la cultura della morte e la sconfitta dell'individuo con il progresso della scienza. Ci sono tanti modi "istituzionali" per uccidere una persona. L'aborto la può uccidere prima di farle aprire gli occhi, lo sfruttamento del precariato ne può uccidere le ambizioni e i sogni, le mancate misure di sicurezza sul lavoro possono ucciderne l'impegno e il sacrificio, una pallottola sparata da un poliziotto sull'autostrada possono ucciderne l'entusiasmo, il non aver ancora reso giustizia a questo evento può ucciderne la fiducia e la speranza. Una società che rimanga inerme di fronte a tutto questo è una società morta.

Ma non tutti vogliono continuare a recitare la parte dei morti viventi.. la riapertura di un confronto sul tema dell'aborto è un'opportunità che ci stiamo dando per riscattarci, per provare a rinascere più puri e sorridenti di prima.

La via per distinguere la tutela del diritto di una donna a non piangere e soffrire dalla difesa di un innocente futuro membro della nostra comunità NON è e non PUO' essere l'aborto selvaggio!

Quindi il mio auspicio è che si riaffermi l'importanza di un valore: quello dell'assoluto rispetto dell'individuo e della sua espressione naturale dalle origini della sua vita fino alla sua fine.

Alessandro C.

1 commento:

ARCADIA ROMA ha detto...

Sono pienamente d'accordo sulla condanna degli aborti selvaggi. E sul fatto che un confronto sull'aborto a distanza ormai di trent'anni sia necessario.
Fabio