giovedì 14 febbraio 2008

Campagna elettorale, puntata 0


Continuano ad essere silenzi assordanti. Ore difficili per chi della politica ha fatto uno stile di vita. Non bastano le poche parole rese a Il Messaggero per allontanare le ombre sulla figura di Gianfranco Fini e sul futuro di Alleanza Nazionale. In un momento come questo, durante il quale il presenzialismo più efferato ha la meglio su una par condicio ormai vecchia (come si fa a dare spazio in eugual modo a 7, dico sette, candidati premier?), il nostro leader è rimasto a bocca asciutta. O meglio, magari sorseggiava un amaro con ghiaccio mentre il Cavaliere si innalzava per la quinta volta a capo del centro destra.

A tenere banco, manco a dirlo, è il Popolo delle Libertà. Le domande si rincorrono, le risposte latitano. Perchè mentre tutti i leader fanno a gara nell'impugnare microfoni e lanciare slogan quanto mai vecchi, Gianfranco Fini è ingessato su una tattica attendista che non rende merito a quanti hanno creduto e continuano a credere in lui. La promessa di fare chiarezza il prossimo sabato nasconde un "caos calmo" (ossimoro quanto mai di moda in questi tempi) dai contorni aleatori. Alleanza Nazionale si trova in un vicolo cieco e rimane difficile spiegare al suo popolo il matrimonio con Forza Italia in nome del partito Popolare Europeo. E' stato scritto in questi giorni un capitolo oscuro della politica italiana, dietro il quale si celano interessi ancora nascosti e opportunità lontane per i non addetti ai lavori.

Questo apparentamento tra AN e FI fa il paio con quello del PD. Differenti le modalità, del tutto identiche le finalità. Se per il Partito Democratico si è ricorso ad un giro di primarie quanto mai pilotato, dall'altro abbiamo assistito ad un connubio verticale accellerato dalle imminenti elezioni. Il principale motivo che ha spinto i maggiori 4 partiti italiani a dare vita a queste due nuove formazioni politiche votate al maggioritario, è da leggersi nella paura. La frammentazione post aprile 2006 e il Grillo fenomeno hanno inchiodato i vertici di Ds, Dl, Fi ed An ad una riflessione tempestiva. Da un lato infatti i maggiori partiti erano sotto scacco dai piccoli, dall'altro il vento dell'antipolitica minacciava i grandi signorotti che al prossimo scandalo sarebbero andati a casa. Meglio rimischiare le carte.

Un Bruno Vespa quanto mai in forma ha aperto la sua personale (vi prego aiutatemi, ho perso il conto....) campagna elettorale. Prima Berlusconi, poi Veltroni: percentuali di share impressionanti fanno da contorno ad una campagna elettorale partita con ritmi blandi. Un primo dato secondo me è evidente. Con i toni bassi Veltroni è forte, non superiore, ma si trova a suo agio. Ha infilato una serie di stoccate nascoste dietro l'apparente buona educazione che nessuno gli ha mai negato. Sono rimasto favorevolmente colpito dal passaggio sulla formazione. Il vero antidoto alla casta è la formazione. Dove l'ignoranza regna si annida il clientelismo. Il Cavaliere invece mi sembra aver bisogno delle folle oceaniche per scaldarsi. Rimane la promessa sull'Ici e si fa strada la possibilità di vendere ai giovani immobili a prezzi vantaggiosi. Il Cavaliere potrà contare ancora una volta, su un Gianfranco Fini ancora in veste di delfino, ma bisogna vedere quale uso ne farà. Dall'altro lato l'ipotesi di correre da soli, tanto sbandierata, è stata immediatamente smentita e si è rivelata un boomerang.

"Rialzati, Italia" vs "Si può fare". Entrambi i payoff non mi convincono. Nel primo caso mi viene alla mente un bastone, uno strumento inflazionato dalla nostra classe dirigente. Nel secondo viene ripreso in maniera strumentale lo slogan di Generazione U (Adinolfi) e si cerca di cavalcare approssimativamente l'onda mediatica di Obama.

Chiudo con un pensiero triste. Mi unisco al cordoglio per la morte del maresciallo Giovanni Pezzulo. Le campagne elettorali alimentano sogni, speranze; l'azione dei nostri militari nel lontano Afghanistan come in tutti gli altri territori infestati dalla guerra regalano la vita. "Il sacrificio di papà possa contribuire a cambiare le cose. Mi farebbe piacere l'esposizione del tricolore perchè lui, ad esempio, in occasione dell'anniversario dell'attentato di Nassiriya lo metteva sempre in onore dei colleghi caduti".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Rispetto e ONORE per il maresciallo Giovanni Pezzulo!!!

A NOI!!!

by Sasà