mercoledì 7 maggio 2008

E’ difficile essere critici ed obiettivi davanti ad una vittoria. A maggior ragione, quindi, se le vittorie sono due e di tali proporzioni.
E allora partiamo con un sorriso. Guardare il nostro sardo sulle pagine del Corriere della Sera, penso abbia riempito il cuore a tutti. L’editor di via Solferino non si è fatto sfuggire gli occhi spensierati di Marco e della sua beneamata: è l’immagine della politica trasparente. Altro che Visco. Gli sguardi ubriachi di gioia, una fotografia che nella sua bidimensionalità dà l’idea di movimento (carta vincente per il neo sindaco), il feeling evidente tra i due protagonisti che non si guardano e contemporaneamente sono intenti nello stesso gesto: c’è la metafora dell’amore verso qualcosa, verso qualcuno. Parafrando Alemanno, “Amore per Roma”.
Le note dolenti. L’ennesima vicenda legata al viceministro Visco è nauseante. La diffusione su internet dei redditi 2005, mischia contemporaneamente il dilettantismo alla prepotenza. Punto primo: qualsiasi individuo che abbia avuto a che fare con il web ha inteso da subito che la rete non concede il diritto all’oblio. Al contrario esplicitato e garantito dalla legislazione in materia, a decorrere dalla scadenza dell’anno dalla pubblicazione. In secondo luogo non si capisce bene perché a breve distanza dalle elezioni politiche, a pochi giorni dall’entrata in carica del nuovo governo, il viceministro abbia sentito la necessità di un simil gesto. Sono tra quelli che pensa ad una vendetta. Non mi convince l'idea della pericolosità a fini estorsivi di queste informazioni, anche se ci sono valide ragioni per sostenerla. E' impensabile, però, che dati di questa natura, strettamente privata, possano essere resi pubblici per la sola volontà di una persona. Non è in questo modo che si combatte l'evasione fiscale. Anzi, si è esclusivamente fatta crescere la cultura del sospetto e del giustizialismo più infimo. Per di più, ieri, è arrivata la sentenza del Garante che ha giudicato “illegittima” l’azione dell’Agenzia delle Entrate. Ribadisco, penso alla vendetta, ad una manovra politica tale da acuire il contrasto sociale. Perseguire la trasparenza è una virtù, la trasparenza militarizzata un atto di irresponsabilità.



Facciamo un passo indietro. Sul 13 e 14 aprile sono state spese parole importanti. A mio modo di vedere è ancora prematuro dare giudizi limpidi sul PdL. Troppi interrogativi senza risposta sul futuro, sul percorso, sull’identità, sui circoli. Per il momento l’idea del partito unico di centrodestra si è rivelata una strategia geniale ai fini del risultato elettorale. Il governo appena presentato vede in campo tutti gli "assi" (o presunti tali) del mazzo. Lasciano ampi margini di speranza alcune nomine, ma rimane comunque difficile trastullarsi sulle poltrone quando un'intera Nazione reclama attenzioni e contromisure. I primi "cento giorni" saranno decisivi tanto per Roma quanto per il governo. Ripartire subito. Da Napoli e dai campi rom. Risposte e soluzioni. Perchè ci sono le prerogative per costruire più di un ciclo di governo, e convincere chi ha scelto di non assecondarci la sua fiducia.


Non mi allontano, però, dalle certezze dell’urna. Sinistra Arcobaleno, forza extraparlamentare. E’ stato abbattuto il muro dell’ideologia becera e ottusa. La condanna della candidatura di Colaninno non ha fatto breccia nel popolo sinistroide, così come la paura di un ritorno di Berlusconi. Gli italiani hanno deciso di scegliere i contenuti e l’azione politica. Questa è una chiave di volta. E’ stato dato un segno di vitalità a dispetto delle statistiche e delle classifiche più disparate che ci vedono sempre più spesso agli ultimi posti. C’è voglia di riaccendere il motore della produttività. L’esempio più nitido a questa affermazione l’hanno dato gli elettori di sinistra. Bocciando la Sinistra Arcobaleno, si è scelta la libertà (anche a sinistra, ohibò) dai ricatti, dagli ultimatum, dai dicktat.


Esiste un pericolo piazza? Forse. Tuttavia anche la campagna paranoica e antistorica sull’ipotetico sindaco fascista (Alemanno) ha garantito pessimi risultati. Io, forte sostenitore della privatizzazione dell’opinione pubblica, devo ammettere di essere rimasto sorpreso. Ampi strati della società han compreso la superficialità di certe informazioni, di slogan vecchi, di polemiche sterili e sorpassate.

Parlando di sconfitti non si può evitare un passaggio sul PD. Quell'idea di novità, da alcuni avveduti additato come nuovismo, è stata sonoramente bocciata. Tanto che nell'immediato post elezioni si è riniziato a discutere di oligarchia, gerarchie, dimissioni, subentri. Secondo alcuni la politica è il paradiso delle bugie. A volte però i 'sorbugia' vengono sbugiardati, dai primi sostenitori. E non è un bel vedere.

Il voto italiano si è dimostrato, come mai prima, fluttuante. Sona stati premiati i grandi partiti. E' stato scelto il voto utile. Polarizzazione delle persone, cannibalizzazione delle ideologie. C'è voglia di benessere e di sicurezza. A casa e sul lavoro. In vacanza, in macchina, nel tempo libero. Nessuno ha la bacchetta magica. Ma ci sono ragioni valide per essere ottimisti.

1 commento:

M@rco C. ha detto...

Interessante veramente questo spaccato. Anche se tardi, il nostro blog celebra finalmente la nascita della Terza Repubblica.
Mi dispiace che il battesimo venga fatto in questo clima di rude giustizialismo. Sebbene io non sia completamente contrario all'iniziativa di Visco, trovo barbare le modalità ed i tempi. Non si possono spiatellare in questo modo, senza preavviso, senza un minimo di tutele i meriti ed i peccati degli italiani. Se fossero stati concordati dei tempi (e resi noti) sicuramente tapperei la bocca, o almeno mi impegnerei a farlo. Affidare le dichiarazioni personali ad una folla pronta ad impugnare i forconi non mi sembra un gesto di civiltà, e ancora meno attizzare la gogna mediatica.

Tornando al PDL. Berlusconi in rivisitazione "statista pragmatico", ha portato i suoi frutti. Campagna elettorale perfetta. PDL, col senno di poi, ottima mossa. In un sol colpo di mano, con una legge elettorale con fattezze suine, ci ritroviamo dentro un sistema partito estremamente razionalizzato; con un grosso e compatto blocco conservatore, con un centrosinistra in restauro e l'ultra sinistra in cassa integrazione. Quella sinistra spero non ci faccia dannare caro Fabio... non prevedo scenari da anni di piombo, ma penso che tante bandiere bruceranno per le strade cittadine. Chi terrà le briglie se nessuno conduce più la carrozza?

Comuque un saluto a Gianni Alemanno, e non sarà romano questa volta. I fascisti tornano? No. La capitale ai post-fascisti? No. Roma a chi la ama ;-)

Anche la mia privacy in un momento di privata felicità è andata a farsi benedire in Via Solferino... ah scusate. Già, dimenticavo, questo di può fare.