giovedì 9 febbraio 2012

10 Febbraio : uccisi perchè italiani


Foiba, parola che rimanda ad una peculiarità geografica del territorio istriano, cavità profonde anche duecento metri. Eppure non immaginiamo come la geografia possa diventare complice dei più grandi delitti, feroci massacri della nostra storia recente. Perché prima nel 1943 e poi a partire dall’Aprile del 1945, migliaia di cittadini italiani vennero gettati in molte delle 1700 foibe dell’Istria, i più fortunati toccarono “il fondo” già morti, altri ancora vivi. Infatti, i partigiani comunisti jugoslavi, guidati da Tito, vista la certezza della sconfitta del fascismo in Italia, volevano annettere alla futura “grande” Jugoslavia, quei territori come l’Istria, la Dalmazia e la città di Fiume, facenti parte integrante dello Stato italiano e abitati in grande maggioranza da italiani e in minoranza da slavi. Il rapporto non fu quasi mai facile, soprattutto dopo che la cultura nazionalista di fine XIX secolo si diffuse in Europa. I rapporti si complicarono soprattutto negli anni del fascismo, con il forte carattere patriottico del regime e l’uso obbligato della lingua italiana nei luoghi pubblici, anche per chi, da sempre, parlava lo sloveno. Così con la sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale, iniziò per i “titini”(come venivano definiti i seguaci di Tito) il periodo della vendetta e di una vera e propria pulizia etnica. Il progetto era: esiliare gli italiani, se necessario eliminarli fisicamente. Così fu.
Non era una questione di appartenenza politica o sociale, ma una questione di nazionalità e di lingua. Tutti coloro che non volevano collaborare venivano imprigionati, legati l’uno con l’altro all’imbocco della foiba e fucilati, in questo modo i corpi precipitavano in fondo, dove anche se si era rimasti vivi era impossibile risalirne. Vennero gettati uomini, donne e bambini, senza distinzione: ecco l’uguaglianza di genere dei partigiani jugoslavi.

L’omertà non risiede solo nel sud Italia, infatti molti furono gli italiani che accettarono lo status quo senza dire nulla, sia in Istria e in Dalmazia che nel resto d’Italia. Molti addirittura collaborarono, è il caso di molti militanti comunisti italiani, che speravano di costruire dopo la guerra, il paradiso in terra con il comunismo di Tito. Forse fecero quello in terra, ma quello nell’aldilà probabilmente no. I cosiddetti “infobiati”, furono circa 20.000 persone, alcuni studiosi dicono 30.000 altri 10.000, quantificare è difficile perché molti corpi non vennero recuperati, le autorità dei paesi del Balcani, anche in tempi recenti, non hanno mai voluto collaborare alle indagini e cosa ancor più grave l’Italia della Costituzione, si mosse troppo tardi per capirne di più. Del resto, per molto tempo, i soli a sapere come le cose andarono furono i profughi italiani che lasciarono le loro case, la loro terra, le radici che furono e quelle che dovevano essere. Questi furono circa 350.000. Quando molti di questi arrivarono a Bologna dopo il 25 Aprile del 1945, perchè le truppe della Repubblica Sociale Italiana dovettero abbandonarli per la sconfitta subita, furono accolti dal grido “Fascisti”, furono scherniti e abbandonati . E c’è chi dice che gli italiani sono il popolo più solidale nella misera e nella difficoltà.
Del resto tutto andava bene se chi doveva essere giustiziato fu giustiziato, se la Chiesa e la sezione del Partito comunista erano aperti; e ci si dimentica delle sofferenze dei nostri fratelli quando arriva il “ Piano Marshall” dagli Stati Uniti a portarci benessere.

Solo recentemente il Parlamento ha stabilito il “10 febbraio” come giornata del ricordo. Ci sono voluti più di sessant’anni per onorare degli italiani uccisi in quanto italiani, per ricordare italiani che furono costretti ad abbandonare le loro case. Si spera che almeno chi aveva la responsabilità di aiutare quella gente, chi doveva parlare ai ragazzi nelle scuole e nelle Università di quanto è accaduto, non abbia la coscienza apposto, ma forse per come a volte va l’Italia è molto probabile che queste persone sostengano di avere avuto ragione. Allora chissà, forse vorranno restare o sono restati nel Paradiso terreno di Tito, Stalin e di buona parte del PCI italiano.

Gabriele

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