sabato 28 gennaio 2012

Vendita facile per le smart drugs

Il 25 Gennaio, sul "Secolo d'Italia", storico quotidiano di destra, è uscito un articolo di Stefano Bini, un ragazzo che è anche un lettore e collaboratore del nostro blog. L'articolo tratta delle smart drugs, sin troppo facilmente reperibili in tutti gli smart shop d'Italia, benchè spesso non siano legali.
Qui di seguito l'articolo :

VENDITA FACILE PER LE SMART DRUGS
Si trovano negli smart shop di tutta Italia, ma sono molto
dannose
"Le cosiddette smart drugs, o droghe furbe, hanno cominciato la loro diffusione su internet, spacciandosi per profumatori per ambienti, ma contenenti delle vere e proprio sostanze stupefacenti. L’attenzione dei carabinieri non si è fatta attendere così, in grave pregiudizio alla salute pubblica, quelle sostanze sono state bandite. Ma i chimici, si sa, sono più lesti dei legislatori e, cambiando qualche molecola qua e là, e inventando nuovi nomi di fantasia, hanno continuato a produrre questi “profumatori”, rendendoli formalmente legali. Saranno veramente legali queste sostanze vendute, tra l’altro, anche in molti smart shop? Andando in giro per Roma, davanti ad uno smart shop automatico, chiediamo informazioni a due ragazzi, sui vent’anni, che ci illustrano molto dettagliatamente cosa è possibile acquistare dalla macchinetta; sigarette, funghetti, funghi allucinogeni, viagra, “qualcosa per far sballare la mente”. Tra tutti i prodotti, uno ha catturato l’attenzione: l’Hurricane, che si usa come la canna, ed ha il suo stesso effetto. Insomma, rulli e fumi. Lo stesso prodotto, in una macchinetta, lo incontriamo a Cassino, in provincia di Frosinone.

E’ notizia di pochissimi giorni fa che il Dipartimento delle Politiche Antidroga ha riscontrato quattro nuovi casi di intossicazione acuta, e tra le sostanze incriminate si trova proprio l’Hurricane. Ma cos’è questa sostanza? Il Dott. Francesco Parisi, dell’Agenzie Dogane, ce lo spiega. Il prodotto è costituito da due cannabinoidi sintetici gia tabellati con la legislazione vigente, quindi proibiti e illegali, e due cannabinoidi di nuova generazione. L’effetto sulla persona è, ovviamente, quadruplicato. Inoltre, dietro le scatole di Hurricane c’è riportata un’indicazione fuorviante: jwh free. Il jwh è un principio attivo che vietato e bandito, un analgesico chimico facente parte della famiglia dei cannabinoidi, che non dovrebbe far parte delle sostanze che compongono il prodotto. Niente di più falso.

La cosa imbarazzante è che gli esercenti, quindi proprietari della macchinette smart shop, spesso non sono consapevoli di ciò che vendono e, di conseguenza, di cosa potrebbero causare alcuni prodotti nell’organismo di una persona. Alcuni commercianti, al qualche abbiamo chiesto spiegazioni, negano sapendo di negare; in questi casi, c’è da pensare che la continua vendita di prodotti con sostanze stupefacenti in dei semplici smart shop, sia soprattutto retributiva a livello economico, e poco importa se una merce può avere al suo interno droghe o stupefacenti.

Dalle nostre segnalazioni, I Nas di Roma, come quelli di Torino e Catania, effettuano ogni giorno decine di controlli ai vari tabacchi che usano prodotti ambigui, e spesso i risultati sono l’acquisizione di molti sacchi di prodotti illegali, e la messa dei sigilli al negozio incriminato, ponendolo sotto sequestro.

Molto spesso accade di trovare enormi magazzini di rifornimento di queste droge “facili”, che poi si rilevano tutt’altro che leggere. Come ci spiega il Colonnello Antonio Amoroso, Vice Comandante dei Nas, le smart drugs che vengono sequestrate nei vari magazzini, garages e scantinati, oltre ad avere lo stesso effetto della cannabis, sono pericolose poiché spesso arrivano nelle mani delle fasce sociali più vulnerabili, come ad esempio i minori o gli adulti in difficoltà. Per non dare nell’occhio, le droghe vengono in molti casi mascherate da deodoranti.

L’ultima retata in questo campo, ci spiega il Colonnello, ha visto l’arresto di diciannove persone, il sequestro di dodici esercizi commerciali per un valore di un milione e mezzo di euro, e l’oscuramente del principale sito internet, di un’azienda di Torino, dove era possibile acquistare l’Hurricane e altre sostanze affini. Tutte le materie prime provenivano dalla Cina, e venivano poi lavorate e miscelate in laboratori per poi essere vendute negli "smart shop", o commercializzati via internet. La società torinese, è stato accertato, aveva la sede legale fittiziamente ubicata nella Repubblica Ceca. L'operazione, coordinata dalla procura di Catania e denominata "Oro e incenso", è scattata in seguito alle segnalazioni di almeno trenta episodi di grave intossicazione, e oggetto di allerta da parte del Dipartimento delle politiche antidroga e del Ministero della Salute. Da notare un dato allarmante: tra le trenta persone intossicate, e finite in ospedale, per l'utilizzo di queste nuove droghe, il 60% ha dichiarato di non essere consapevole del tipo di sostanza che ha assunto. Questo fa risaltare un altro dato preoccupante, e cioè il fatto che negli ultimi due anni siano state scoperte 146 nuove sostanze stupefacenti che erano del tutto sconosciute.

Nella maggior parte dei casi, la furbizia dei chimici non paga, soprattutto quando c’è la giusta attenzione delle nostre ottime forze dell’ordine, o c’è in gioco la vita delle persone."
Stefano Bini

Fonte : il Secolo d'Italia 25/01/2012

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