lunedì 28 aprile 2008

L’antipolitica di Beppe, business da 4 milioni


Ragazzi leggete e rabbrividite, ecco chi è il signor Beppe Grillo. Idolo di molti giovani beoni, che credono di aver trovato salvezza in quest'uomo. Credo che la creatura che egli ha tanto amato (ndr Internet) ora gli si ritorcerà contro.
Leggete e diffondete.

Articolo Tratto dal Giornale.it del 27/04/08 a cura di Filippo Facci


Giuseppe Piero Grillo non ha solo fruito due volte di un condono fiscale tombale, ma anche di un condono edilizio nella sua villa di Sant’Ilario. Come visto, poi, la pretesa di impedire la candidatura di chi abbia avuto delle condanne penali in giudicato (regola che non esiste in nessun Paese del mondo) precluderebbe ogni candidatura di Beppe Grillo medesimo, che è pregiudicato per omicidio colposo plurimo. A questa condanna, raccontata nella puntata di ieri, va aggiunto un patteggiamento per aver definito Rita Levi Montalcini «vecchia p…» in un suo spettacolo del 2001: dovette pagare 8400 euro e la causa civile è ancora in corso, anche perché Grillo sostenne che la scienziata ottenne il Nobel grazie a un’azienda farmaceutica. A proposito dei referendum promossi dalle piazze grillesche, invece, vediamo che anche il promotore Antonio Di Pietro invoca che un parlamentare non resti tale per più di due mandati: ma non ha detto che lui, di mandati, ne ha già collezionati cinque, per un totale di anni 11. Anche Marco Travaglio, venerdì, ha tuonato contro i finanziamenti pubblici all’editoria: ma non ha detto che il suo giornale, l’Unità, percepisce più contributi di tutti, e non «come tutti i giornali italiani» (parole sue, rivolte alla folla beona del V-day), bensì nella modalità assai più danarosa riservata alla stampa politica; dalla Rai all’Unità, insomma, Travaglio è pagato coi soldi dei contribuenti. Per chiudere con la manifestazione di venerdì: Piazza San Carlo è grande 168 per 76 metri, dunque 12.768 metri quadri che moltiplicati per 3 (tre persone ogni metro, e sono già tante) dà 38.304 persone totali, non 120mila come dal blog di Grillo: «Eravamo in 120.000. Chi era presente lo sa e anche chi può informarsi in Rete».Il Grillo censoreGrillo non a caso riconosce solo la rete, per quanto la cosa, nel tempo, si sia configurata come un’ossessiva paura del confronto. Interviste non ne rilascia, ed è nota l’esperienza del giornalista Sandro Gilioli: nel gennaio scorso si mise d’accordo col comico per un’intervista di quattro pagine, ma poi si vide respingere le domande perché definite «offensive e indegne»: tuttavia, una volta rese pubbliche, si sono rivelate del tutto ordinarie.
Poi c’è il capitolo libri: Grillo, semplicemente, è solito bloccare qualsiasi volume che lo riguardi. Nel 2003 fece diffidare e bloccare «Grillo da ridere» di Kaos edizioni, biografia a lui favorevole: la scusa fu che conteneva un’eccedenza di testi dei suoi spettacoli. Nel 2007 invece ha diffidato e bloccato «Chi ha paura di Beppe Grillo?» di Emilio Targia, Edoardo Fleischner e Federica De Maria, scritto per Longanesi: tre studiosi che hanno seguito Grillo per anni; aggiornato due volte, Longanesi infine ha lasciato perdere per non avere grane. Il libro, dopo che per analoghi motivi era stato rifiutato da ben 23 editori, è uscito infine per Selene edizioni giusto in questi giorni. La biografia «Beppe Grillo» uscita infine per Aliberti, e scritta da Paolo Crecchi e Giorgio Rinaldi, è nelle librerie dal novembre scorso nonostante le minacce fatte recapitare da Grillo, ai due autori, a mezzo del giornalista della Stampa Ferruccio Sansa, figlio del suo dirimpettaio Adriano. Tutte le cause, infine, per risparmiare, sono promosse dallo studio legale del figlio di suo fratello Andrea. Va anche detto che l’atteggiamento di Grillo, casta di se stesso, probabilmente non è solo ascrivibile alla preservazione di un culto della propria personalità: semplicemente, vuole essere l’unico a guadagnare col proprio nome.Il blog che non lo è Sotto questo profilo, la definizione corretta del suo celebre blog, aperto il 26 gennaio 2006, è «sito commerciale»: come tale è infatti classificato. I numeri parlano chiaro: un anno prima del blog, nel 2004, Grillo ha fatturato 2.133.720 euro; nel 2006, due anni dopo, ne ha fatturati 4.272.591. La politica del Vaffanculo sta rendendo bene. Nel citato «Chi ha paura di Beppe Grillo», i tre autori hanno monitorato il sito per tre anni osservando come Grillo, spesso con la scusa della battaglia per la democrazia e il finanziamento dei V-day, venda ogni genere di gadget: video del V-day, dvd dello spettacolo Reset, libro «Tutte le battaglie di Grillo», eccetera. Anche i circolini politici rendono: chi vuole aprire un fan club deve pagare 19 dollari per un mese (dollari, perché la piattaforma è negli Usa) che sono scontati a 72 per chi prenota un semestre. Per ora i circoli sono poco più di 500, ed è già un bel rendere.Il moralista
Solo alla rete e a Grillo, dunque, dovremmo affidare le verità su Grillo. Tipo questa: «Ho avuto una Ferrari, ma l’ho venduta». Fine. Salvo scoprire, certo non sulla rete, che di Ferrari ne ha avute due, più Porsche, Maserati, Chevrolet Blazer, eccetera. Oppure, sempre parole sue: «Ho due case, una a Genova e una in Toscana». Fine. Salvo scoprire, certo non sulla rete, che una in effetti è a Bibbona, Livorno, 380 metri quadri e 5.600 metri quadri di terreno; ma risulta intestato a lui anche l’appartamento di Rimini dove stava con l’ex moglie, senza contare che la Gestimar, la sua società immobiliare gestita dal fratello, possiede i tre appartamenti a Marinelledda, una villa a Porto Cervo, due locali più garage a Genova Nervi e infine un esercizio commerciale a Caselle, oltreché un garage in Val d’Aosta. Oppure, ancora: «Ho avuto la barca, ma l’ho venduta». Salvo scoprire, certo non sulla rete, che di barche ne avute diverse; una forse l’avrà anche venduta, ma il panfilo «Jao II» di 12 metri, in realtà, risulta affondato alla Maddalena il 5 agosto 1997. C’erano a bordo anche Corrado Tedeschi (che oggi odia Grillo pubblicamente) con la sua compagna Corinne. La barca finì su una secca peraltro segnalatissima, e fu salvato dalla barca dei Rusconi, gli editori. Grillo fu indagato per naufragio colposo, procedimento archiviato. Un’altra volta, il 29 maggio 2001, riuscì nell’impresa si insabbiare un gommone nel profondissimo mar Ligure, alla foce del Magra: con lui c’era Gino Paoli, fu una giornata senza fine. Del condono tombale chiesto e ottenuto per due anni e per due volte dalla citata Gestimar, dal 1997 al 2002, diamo conto velocemente. Fu certo lecito, ma non obbligatorio. Il problema è che era esattamente il genere di condono contro il quale Grillo si era scagliato più volte, e in particolare con una lettera indirizzata al direttore di Repubblica risalente al giugno 2004. Se vorrà ne riparlerà Grillo medesimo, tra un vaffanculo e l’altro.Il nuovo Coluche Difficile scacciare l’idea che Grillo non sogni di potersi ispirare un giorno a Michel Coluche, l’attore e comico francese che peraltro ebbe l’onore di conoscere sul set del film «Scemo di guerra» di Dino Risi: «Beppe si ingelosì molto del rapporto speciale che avevo con Michel», ha detto il regista. Coluche, idolo del box office transalpino, dai suoi spettacoli metteva alla gogna i politici e un bel giorno annunciò la candidatura all’Eliseo. Si ritirò solo all’ultimo, ma i sondaggi parevano garantirgli una messe incredibile di voti. Forse qualcuno avrebbe potuto già insospettirsi dall’esordio cinematografico di Grillo: «Cercasi Gesù», dove appunto interpretava un Cristo moderno anticipando la sindrome «Joan Lui» dell’altro aspirante santone, Adriano Celentano. Anche la discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994, e relativo successo, deve averlo alquanto impressionato. Come rilevato da Libero il 3 ottobre scorso, Grillo mise il suo primo bollino elettorale proprio su Berlusconi: «Sono da mandare via, da mandare via questa gente qua, da votare gli imprenditori, ecco perché sono contento che è venuto fuori Berlusconi: lo voglio andare a votare». E qui siamo appunto nel 1994. Nella primavera successiva, vediamo, Grillo modificò il suo giudizio e lo spruzzò di venature appena megalomani: «Candidarmi sarebbe un gioco da ragazzi, prenderei il triplo del Berlusca» disse a Curzio Maltese su Repubblica. «Mi presento in tv e dico: datemi il vostro voto che ci divertiamo, sistemo due o tre cose. Un plebiscito». Poi, nel 2003, la svolta: «Per arrivare a Berlusconi dobbiamo essere diventati parecchio stupidi». Già covava. Ma una vera discesa in campo, Giuseppe Piero Grillo, non l’ha ancora fatta. Deve ancora discuterne col commercialista.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Beppe Grillo è un millantatore,complimenti a Lucignolo che ci ha fornito le prove.Sarebbe il caso di dedicargli un "V-day".
Stefania

Anonimo ha detto...

Così come l'odio di Grillo nei confronti della politica è un'esasperazione, allo stesso tempo non condivido la crociata di Filippo Facci. Si possono condividere le critiche sulla natura fortemente strumentale della protesta grillina, criticare quello stile troppo urlato di comunicare, rispondere alle accuse con la sua stessa arma, cioè la satira. Ma su un punto ritengo debba essere dato atto al comico di Genova. E' riuscito a modificare l'agenda di politici e televisioni, creando un movimento, e non una formazione politica, che per il momento si professa anti. A quello stesso movimento guardano con rispetto attenzione i maggiori osservatori politici, e gli stessi partiti. Perchè? Perchè molte della basi di ragionamento sono solide, e mettono a nudo i paradossi di un'Italia che da ieri è rinata.

fda

Anonimo ha detto...

Citando il titolo di un suo libro, ecco "Tutto il grillo che conta". Stavolta però, in cifre.

Giusto anche quello che dice Fabio.
Sicuramente gli va dato il merito di aver smosso l'ambiente politico, di essersi fatto promotore di un filone (quale quello dell'anti-politica) che, insieme a "La Casta", ha creato questa specie di terremoto all'interno degli schieramenti.
Ed aver messo a nudo questi paradossi.
Con un linguaggio poco ortodosso ma efficace.
Sicuramente non è stato nè continuerà ad essere un fenomeno che lascia il tempo che trova. Un pò di ripercussioni ci sono state e ci saranno.
Ne abbiamo visto qualche risultato nei giorni scorsi.

Solo che Grillo ha fatto vedere di essere bravo nella critica, bisogna dargliene atto, ma non nelle varie proposte di contro.
E a criticare, senza avere una soluzione degna di tale nome, siamo bravi tutti.



Don Michael

Anonimo ha detto...

Vi lascio solo un appunto che riguarda Travaglio. Al V2-day lui ha specificato che : " Non faccio la verginella... io scrivo su giornali che sono sovvenzionati dai contributi statali." Travaglio ha analizzato con precisione la situazione della stampa italiana, facendo notare come i contributi sono una sorta di "risarcimento" dello Stato per non aver posto un tetto massimo per la pubblicit� in televisione. In parole povere: se si ponesse un limite alla presenza di pubblicit� in tv, come conseguenza avremmo un maggiore investimento pubblicitario sulla stampa e i giornali camperebbero ugualmente anche senza contributi. Ma figurarsi se Berlusconi rinuncia ad un cent di pubblicit� sulle sue reti. Informatevi seriamente, vi prego. Lasciate perdere quel Filippo Facci... non insultate la vostra intelligenza...

Roberta

Lucignolo ha detto...

Cara Roberta,
insulterei la mia intelligenza se il mio pensiero fosse rivolto unicamente a puntualizzare misfatti di una "parte" di Italia. Filippo Facci riporta unicamente fatti noti, facilmente reperibili anche in rete.

La maggior parte dei giovani, oggi, soffre di "Abbiocco Catatonico" dovuto a cantastorie alla stregua di Travaglio e Grillo. Di per me ho sempre diffidato da chi assicura la terra promessa, infatti credo che l'epoca dei "Messia" sia finita da un pezzo. Lo speculare su un sentimento di revanscismo nei confronti della politica italiana, sembra, a mio avviso, un atto ben più becero di quello da te descritto. Chiudo dicendoti che conosco chi è Berlusconi, la sua storia e perchè è in politica, malgrado ciò lo preferisco a chi fa il divoratore di speranze.

Lucignolo

Anonimo ha detto...

Su Facci mi sono gia' espressa e evito di aggiungere altro, ognuno sceglie le "fonti" che le sono piu' congenite...
L'abbiocco catatonico di cui parli non mi riguarda minimamente, la mia mente è viva, sveglia e lotta insieme a me. E soprattutto ama l'informazione. Quella libera. E vera.
Su Berlusconi, figuarsi se mi esprimo...
Ciao Arcadia, godetevi questi 5 anni.
Roberta

Anonimo ha detto...

Mah, Roberta...credo ci sia un errore di fondo nelle tue parole.

Parli (o meglio, citi, l'errore non è tuo) di Berlusconi che non rinuncia ad un tot. di pubblicità sulle reti mediaset.
Beh, Mediaset (e tutto quel gruppo lì) è privato. E campa grazie agli introiti che gli derivano dalla pubblicità. Ed oltre alla programmazione, deve pagare anche gli stipendi dei propri dipendenti. Ergo non trovo che ci sia di così scandaloso...
Magari potrebbe farlo la Rai,visto che prende un sacco di soldi dalle pubblicità e ancor più soldi dal canone. Eppure la presenza di pubblicità credo sia su per giù la stessa (poi non lo so, non la guardo quasi mai la tv).

E comunque, lungi da me difendere Mediaset&co., sia ben chiaro.

Saluti...

Don Michael "The belt-man" :D