
Questa volta però non si tratta della solita sceneggiata su colori delle scarpe e pailletes luccicanti. Certo, scrivere di Sanremo assicura sempre un ottimo ritorno in termini di vendite e visibilità. Ma l'accusa potrebbe lasciare il segno sulla 58° edizione e parte dalle pagine del "Secolo d'Italia". A Sanremo solo artisti con una patente di sinistra o con canzoni "prodian-progressiste".

Fuori Povia e Francesco Baccini, dentro la Bertè (esplicitamente comunista), Max Gazzè (prima tappa del tour il Villaggio Globale...) e Michele Zarrillo (nella sua antologia anche canzoni contro il Berlusca, ma in Italia sappiamo quanto tira). Anna Tatangelo presenta una canzone sui gay e sorvoliamo sulla presenza di Frankie Hi Nrg (con la sua "Rivoluzione"). E poi ancora, Eugenio Bennato, Sergio Cammariere (nota la sua "militanza") e Federico Zampaglione (Tiromancino, con patente di sinistra).
Da che mondo e mondo il potere ha sempre cercato di riempire il mondo della cultura con i suoi messaggi, di varcare la soglia dell'arte e soggiogarla ai propri disegni. E sempre questi tentativi sono stati condannati fermamente, in nome di una classe intellettuale libera e indipendente.
Anche in questo caso non mancheranno le polemiche. Verranno sbandierate selezioni regolari, e garantita la assoluta correttezza del concorso. Ma la casualità rimane. Come rimane il Pippo nazionale, unico superstite delle polemiche e degli scandali che hanno minato e garantito il successo della kermesse.
1 commento:
Sempre la stessa storia, sempre menestrelli di corte... e il tutto fatto con una sottigliezza inaudita
Posta un commento