Era la notte del 2 Febbraio 1983 quando durante un'affissione, per contrastare l'esproprio di Villa Chigi, il giovane militante Di Nella fu colpito a morte da due ragazzi, mai chiaramente identificati. L'eco di questa riprovevole vicenda è un chiaro sintomo che il messaggio di questo gesto non può e non deve cadere nell'oblio della dimenticanza. La comunanza di intenti al di là dei limiti temporali e spaziali, lega a questa figura le nuove generazioni di militanti che, riunendosi nell'intima veglia commemorativa, vivono intensamente l'essere parte di una comunità.
"Per essere degli uomini nuovi non basta credere in determinati valori, è necessario viverli e temprarli nell'agire, quotidianamente: questa è in parte l'importanza di fare politica. Rivoluzione non è qualcosa di astratto, che sa di miracolo: è qualcosa che si costruisce giorno per giorno, pezzo per pezzo, sbagliando e riprovando, anche con il sacrificio personale [...]" : da queste sue parole il senso del suo messaggio. Paolo Di Nella diviene oggi l'emblema della militanza "pura", di quel "vivere" la politica che deve animare le nostre attività. Professare sterilmente un ideale non rende l'essenza della politica! Il "fare" non deve essere fine a se stesso; se non accompagnato da uno spirito originario di appartenenza a quei valori dei quali ci si fa bandiera, l'agire rimane un mero fatto e non un simbolo.